FOGGIA – Due persone sono morte carbonizzate nell’incendio che si è sviluppato nella notte tra giovedì e venerdì nel ”Gran Ghetto”, la baraccopoli che si trova nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico, nella provincia di Foggia. Le due vittime sono due immigrati africani, probabilmente maliani.
Quando si è sviluppato il rogo, che in pochi minuti ha avvolto numerose baracche, sul posto erano già presenti i vigili del fuoco, carabinieri e agenti di polizia che stavano presidiando l’area dopo lo sgombero cominciato il 1 marzo.
Il Ghetto è abitato da alcune centinaia di migranti impegnati nella raccolta degli ortaggi nelle campagne della zona. Due giorni fa era cominciato lo sgombero da parte delle forze dell’ordine disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari nell’ambito di indagini avviate nel marzo del 2016 e culminate con il sequestro probatorio con facoltà d’uso della baraccopoli per presunte infiltrazioni della criminalità.
Mercoledì scorso, sempre nell’ambito di queste indagini, è stato deciso ed avviato lo sgombero che non è avvenuto totalmente perché alcuni dei 350 migranti che erano nella baraccopoli si sono rifiutati di lasciare il Ghetto.
Giovedì mattina alcuni di loro, circa 200, hanno protestato davanti alla prefettura di Foggia, ribadendo di non voler lasciare il Ghetto e chiedendo di voler parlare con il prefetto.
L’incendio di giovedì notte si è sviluppato su un’area di oltre 5000 metri quadrati e ha distrutto un centinaio di baracche. Quando le tre squadre di vigili del fuoco sono riuscite a circoscrivere e spegnere le fiamme hanno trovato i corpi carbonizzati dei due africani.
Sulle cause al momento non si può ancora essere certi, ma non si esclude che possa essere di natura dolosa. “E’ stato troppo violento ed improvviso – ha riferito un vigile del fuoco che ha operato sul posto – e quindi non si esclude che possa essere stato appiccato da qualcuno”. Molte bombole di gas sono saltate in aria e hanno contribuito a rendere ancora più pericolosa la situazione.