Incendio Gran Sasso, autobotti ed elicotteri fermi per burocrazia dopo la riforma Madia Incendio Gran Sasso, autobotti ed elicotteri fermi per burocrazia dopo la riforma Madia

Incendio Gran Sasso, autobotti ed elicotteri fermi per burocrazia dopo la riforma Madia

Incendio Gran Sasso, autobotti ed elicotteri fermi per burocrazia dopo la riforma Madia
Incendio Gran Sasso, autobotti ed elicotteri fermi per burocrazia dopo la riforma Madia

L’AQUILA – Mentre il Gran Sasso prende fuoco, con gli incendi che divorano i boschi dell’Abruzzo, spariscono i mezzi antincendio dell’ex Corpo Forestale: sono ferme o inutilizzabili, anche in conseguenza della riforma Madia, denuncia Angela Baglioni sul quotidiano Il Centro. 

L’incendio di Fonte Vetica, sul Gran Sasso, ha ripreso con vigore, spiega il Centro. Un focolaio è stato domato a Fonte Cerreto, e un altro fronte si è aperto in Valle Roveto, in una zona difficile da raggiungere. Anche ad Aragno sono ripartite le fiamme, e con esse i lanci di acqua. L’emergenza non sembra affatto rientrata, mentre gli investigatori del Nipaf hanno concluso l’acquisizione delle testimonianze di tutti i potenziali indagati, 14 giovani che erano sul luogo dal quale è partito il rogo durante la Rassegna ovini di Campo Imperatore.

Mercoledì 9 agosto è stata consegnata la perizia dei repertatori incaricati di chiarire la dinamica dei fatti. Il quadro tracciato dagli specialisti concorda con quanto già rilevato dal Nipaf (il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale). Ma l’emergenza non rientra. E allo sforzo delle squadre dei vigili del fuoco si aggiunge il giallo dei mezzi spariti o inutilizzabili.

Tra questi, racconta il quotidiano, c’è

l’elicottero Erickson S64F, la “Gru volante” che faceva parte della flotta dell’ormai ex Corpo Forestale dello Stato dissolto dalla riforma Madia, e che fino all’anno scorso era di stanza all’aeroporto di Preturo. Questo elicottero, lungo 27 metri, alto 7 e con un diametro del rotore di 21 metri, che era in grado di trasportare circa 10.000 litri di liquidi, con altri due mezzi aerei è stato “trasferito” altrove. I tre aeromobili ora si troverebbero a Salerno, Lamezia Terme e Comiso. Altri mezzi terrestri, invece, assieme a gran parte del personale sono transitati nell’Arma dei Carabinieri.

Ma sempre per effetto della legge Madia, quei mezzi non possono essere utilizzati nelle operazioni di spegnimento. Come spiega Elio D’Annibale, segretario regionale del Conapo, i Vigili del Fuoco dell’Aquila hanno “ereditato” pochi mezzi e tutti abbastanza vecchi, tanto che per rimetterli in efficienza il ministero ha dovuto sostenere delle spese. Si tratta di piccole autobotti o fuoristrada, che sono stati impiegati per lo spegnimento dell’incendio di Aragno. «Insomma», dice D’Annibale, «a noi sono arrivati soltanto dei rimasugli vecchi di 30 anni».

Anche le autobotti sono ferme per problemi burocratici: manca l’omologazione, nel passaggio da un’amministrazione dello Stato all’altra sempre con la riforma Madia. E nel frattempo l’Italia brucia.

Ma la burocrazia non smette di riservare sorprese. Ieri, ad Aragno, il Canadair impegnato nei lanci, alle 12,50 ha dovuto lasciare il sito e rientrare a Genova. Il motivo? Cambio del personale a fine turno. Un viaggio di un’ora e mezza, alla volta del capoluogo ligure, e ritorno. Eppure, dicono gli esperti, mancavano solo sei, sette lanci per chiudere l’incendio.

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