Incendio in un locale nel quartiere San Giovanni a Roma, quattro morti

Quattro persone sono morte, la scorsa notte, durante un incendio in un seminterrato in Via Cappadocia nel quartiere San Giovanni, zona centrale di Roma. Le vittime sono un romeno di 24 anni e un peruviano di 25. Le altre due sono donne, sudamericane, ma non sono ancora state identificate. Le fiamme sono divampate all’interno di un garage adibito a circolo culturale, denominato “Sabor latino”, dove era in corso una festa privata. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri a prendere fuoco sarebbe stato l’impianto di amplificazione della musica.

Alla festa erano presenti circa trenta persone ma secondo quanto accertato dai militari dell’Arma l’uscita di sicurezza del locale era chiusa a chiave. E il garage incendiato è diventato una sorta di trappola per gli avventori.

I quattro sarebbero morti per intossicazione e non per le fiamme che sarebbero rimaste circoscritte. Il locale« è un seminterrato di circa 200 metri quadrati con all’interno un salone usato per ballare e una piccola zona cucina. Gli investigatori confermano che l’uscita di sicurezza del locale era chiusa e questo avrebbe impedito ai quattro giovani di fuggire e mettersi in salvo come invece hanno potuto fare gli altri ospiti, tra i 30 e 40, che sono fuggiti dall’entrata principale. Una decina di persone sono rimaste leggermente intossicate perché all’interno del locale si era sprigionato molto fumo.

«Dagli elementi fino ad ora acquisiti e messi a disposizione dei carabinieri incaricati delle indagini – spiega il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Roma Gioacchino Giomi – riteniamo che l’incendio che ha provocato la morte per asfissia dei quattro giovani, sia stato causato da una tragica fatalità e non da un atto doloso anche se sono necessari altri approfondimenti». I vigili del fuoco arrivati sul posto hanno «trovato il corpo di una delle vittime all’esterno del locale poco fuori l’ uscita di sicurezza e gli altri tre nei pressi – spiega – Ma secondo le testimonianze raccolte nel momento dell’incendio l’uscita sarebbe stata chiusa».

Due delle vittime non sarebbero decedute immediatamente. All’interno del locale c’erano gli estintori «infatti li abbiamo trovati all’interno utilizzati per spegnere le fiamme che sono durate pochissimo ma hanno aggredito materiale».

Da quanto accertato dagli esperti dei pompieri «le fiamme sarebbero partite da un impianto elettrico o di amplificazione sonora posto proprio a metà della grande sala del locale che non ha alcuna finestra. Si sarebbe trattato di un fiammata che ha provocato molto fumo che ha annerito tutto il locale tranne la zona della cucina». Il comandante aggiunge d’avere «avviato anche una indagine amministrativa» per verificare «se vi fossero state le autorizzazioni previste» e se all’interno del locale fossero state applicate le norme di sicurezza e antincendio. Anche se ha precisato «quel tipo di locale, circolo privato nel quale si accede con tessera, non rientra nella fattispecie dei locali di pubblico spettacolo e quindi non c’è obbligo di rilascio di dichiarazione di agibilità da parte della commissione di vigilanza e prevenzione incendi».

Uno dei ragazzi che erano alla festa la scorsa sera mette in luce la irregolarità. «Era inevitabile che accadesse una cosa del genere – racconta – io in quel locale ci sono stato, nulla era a norma. Si tratta di un locale di circa duecento metri quadri. All’interno c’è una sorta di cucina e una sala più grande dove si balla».

«Magari lo chiudono per sempre questo garage – afferma un abitante della zona- La sera c’é sempre confusione».

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