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Inchiesta G8: chiuse le indagini a Perugia, ventidue indagati. I pm: “Sodalizio stabile sugli appalti”

di luiss_smorgana |26 Gennaio 2011 18:57

Guido Bertolaso

PERUGIA – Sono state chiuse le indagini su alcuni dei principali filoni dell’inchiesta della procura di Perugia sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi.

I magistrati del capoluogo umbro hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini a una ventina di indagati a vario titolo. Riguarda alcuni dei principali personaggi finiti al centro dell’inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi l’avviso di conclusione indagini inviato oggi dalla procura di Perugia. Tra loro l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso e il costruttore Diego Anemone.

Il provvedimento è stato inoltre disposto, tra gli altri, per i funzionari Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis, l’ex magistrato romano Achille Toro. Sono comunque complessivamente 22 gli indagati per i quali è stato disposto l’avviso di conclusione indagini. Tra i reati contestati a vario titolo la corruzione, anche in atti giudiziari.

L’avviso di conclusione indagini prevede che ”qualora il pubblico ministero non deve formulare richiesta di archiviazione” fa notificare il provvedimento agli indagati. Solitamente prelude quindi alla richiesta di rinvio a giudizio. Nell’avviso non compaiono invece i nomi dell’ex ministro Pietro Lunardi e il cardinale Crescenzio Sepe. Per questo filone d’inchiesta la procura Perugia ha infatti chiesto l’autorizzazione a procedere alla Camera. L’avviso di conclusione delle indagini e’ stato firmato dal procuratore di Perugia Giacomo Fumu, dall’aggiunto Federico Centrone e dai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi che hanno coordinato le indagini dei carabinieri del Ros e del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza.

“SODALIZIO STABILE” C’è anche l’associazione per delinquere tra i reati contestati nell’avviso di conclusione indagini notificato oggi dalla procura di Perugia al termine dell’inchiesta sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi. Il reato è ipotizzato per 15 degli indagati. Sono infatti accusati di essersi associati per commettere una serie indeterminata di reati di corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento. Secondo i pm avrebbero infatti costituito un ”sodalizio stabile” che attraverso la messa a disposizione della funzione pubblica dei funzionari a favore degli imprenditori, in particolare Diego Anemone e le sue imprese, consentiva una gestione ”pilotata e contraria alle regole di imparzialita’ ed efficienza della pubblica amministrazione delle aggiudicazioni e della attuazione degli appalti inerenti i Grandi eventi gestiti dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita’ del turismo della presidenza del Consiglio”.

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