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G8, nuova lista Anemone. De Lise: “I 250mila euro? Dalla vendita di una casa alla figlia di Scoca”

di Maria Elena Perrero |4 Settembre 2010 20:37

Pasquale De Lise

”I 250 mila euro sono uno degli assegni relativi alla vendita di una mia casa all’Argentario in favore della figlia di Scoca, avvenuta con un atto notarile a fine giugno 2009”. Così il presidente del Consiglio di Stato Paquale De Lise – contattato dall’ANSA – spiega il motivo del versamento da parte dell’avvocato Franco Gaetano Scoca di quella somma su cui si stanno concentrando le verifiche coordinate dalla Procura di Perugia in merito all’inchiesta sui grandi appalti, arricchitasi oggi dopo la scoperta di un nuovo “listino”  di cento nomi di personaggi noti coinvolti in appalti con il costruttore Diego Anemone.

”Più che stupito sono indignato – afferma De Lise -. Prima di sbattere il mostro in prima pagina non vi era un dovere deontologico, prima ancora che giuridico, di informarsi su come stanno le cose?”.

Il presidente del Consiglio di Stato sostiene che ”tutto risulta agli atti” della vendita dell’immobile all’Argentario per un totale di ”circa un milione di euro”: ”c’è l’atto di un notaio, di fine giugno 2009, e ci sono una serie di assegni circolari”, in parte della figlia di Scoca e in parte del padre di lei, ”intervenuto anche lui nell’atto”.

“L’immobile venduto alla figlia dell’avvocato Scoca – afferma il presidente del Consiglio di Stato – è ”una casa all’Argentario che ho costruito agli inizi degli anni Settanta; e questo è un fatto non secondario visto che ora si parla di case regalate…”.

Con i proventi di quella vendita De Lise sostiene di aver fatto altri investimenti immobiliari. Tutto è dimostrabile – afferma – dall’ atto di un notaio, di fine giugno 2009, e dal numero di matrice di assegno relativo ai 250mila euro versati in suo favore dall’avvocato Scoca nel luglio 2009 (”ma gli assegni versati sono vari per un totale di circa un milione di euro”).

De Lise si dice ”indignato” perché si sarebbe tentato di mettere in correlazione ”cose vecchie”, come ad esempio la sua conoscenza con Angelo Balducci, con il sospetto che l’ex presidente del Tar del Lazio possa ”essersi venduto le cause” relative agli appalti pubblici.

Alla domanda se i magistrati gli abbiano chiesto chiarimenti circa il versamento da 250mila euro, De Lise risponde: ”No, nessuno si è fatto avanti. Io – conclude – ho l’atto del notaio e il numero di assegno” relativo alla vendita della casa all’Argentario.

E chiosa: ”Andrò io a chiarire ai magistrati di Perugia la mia posizione”. Nel ribadire che il versamento di 250mila euro sono ”il parziale provento di una compravendita immobiliare fatta per atto pubblico”, il presidente del Consiglio di Stato Pasquale De Lise preannuncia che si recherà ”appena possibile” dagli inquirenti che indagano sui grandi appalti.

Dai microfoni di Radio Capital il neo presidente del Consiglio di Stato, 73 anni, già presidente del Tar del Lazio, aggiunge: ”Ho venduto una casa al mare all’Argentario che avevo costruito io nel 1970, quando il signor Anemone forse non era ancora nato. Comunque io non l’ho mai conosciuto. Ho costruito questa casa, poi l’anno passato abbiamo deciso di cambiare. Ne abbiamo presa un’altra e ho venduto questa. Venduta alla figlia del professor Scoca”. ”Sono tranquillissimo. Ma – aggiunge De Lise – al tempo stesso indignato per questa campagna mediatica”.

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