Inchiesta G8, Zampolini: “Scajola e Anemone si davano del tu”

Claudio Scajola

”Erano in confidenza” e si ”davano del tu” l’ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Diego Anemone, considerato figura centrale dell’inchiesta sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi condotta dalla procura di Perugia. Lo sostiene l’architetto Angelo Zampolini, accusato di avere riciclato denaro del costruttore, in uno degli interrogatori davanti ai pm del capoluogo umbro.

Il verbale dell’interrogatorio del 18 maggio scorso è stato depositato al tribunale dei ministri di Perugia tra gli atti della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro Pietro Lunardi.

Zampolini è accusato di avere fornito gli assegni circolari, formati con denaro che gli inquirenti sospettano provenire da Anemone, utilizzati per contribuire all’acquisto di alcune case. Tra queste anche quella di Scajola.

Secondo l’architetto, l’ex ministro e il costruttore ”avevano un rapporto diretto”. A suo avviso l’imprenditore aveva ”molta confidenza” anche con i familiari dell’ex ministro. Zampolini ha tra l’altro riferito di ”essere andato a casa” di Scajola ”anche in compagnia di Anemone”.

In base alla sua versione fu il costruttore a eseguire i lavori nell’appartamento. Riguardo all’acquisto della casa da parte dell’ex ministro, Zampolini ha sostenuto di non sapere se il notaio fosse esattamente a conoscenza dell’importo pagato. ”Certamente non poteva non sapere – ha detto l’architetto – che la casa valeva di più di quanto dichiarato nell’atto. Ricordo che a un certo punto il notaio ha pronunciato una frase del tipo ‘regolatevi voi come volete’ o qualcosa del genere”.

Zampolini ha invece riferito agli inquirenti che Anemone non gli parlò mai del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru, al quale sono risultati destinati altri degli assegni circolari di Zampolini per l’acquisto di un’altra casa. L’architetto non ha saputo spiegare i motivi di quel passaggio di soldi. ”Posso pensare – ha però affermato – che era un appartenente alla finanza e che potesse per questo essergli utile”.

Secondo  Zampolini, inoltre, Diego Anemone ”era dipendente” da Angelo Balducci.  ”Anemone – ha detto Zampolini – era dipendente da Balducci. Di fatto faceva ogni cosa che quello gli chiedesse. Questo rapporto gli garantiva il mantenimento della posizione di preminenza nella aggiudicazione degli appalti pubblici”. ”L’esplosione della fortuna commerciale della ditta Anemone – prosegue – era strettamente dipendente dal rapporto con Balducci”.

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