Inchiesta sugli appalti, primi interrogatori degli arrestati

Pubblicato il 12 Febbraio 2010 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Balducci, ora nel carcere di Regina Coeli

Sono cominciati nel carcere di Regina Coeli gli interrogatori di garanzia di tre dei quattro arrestati nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. Davanti al gip fiorentino Rosario Lupo compaiono il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, l’ingegner Mauro Della Giovampaola, che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell’unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e l’imprenditore romano Diego Anemone. Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana e successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, viene invece interrogato in rogatoria nel carcere di San Vittore dal Gip Vincenzo Tutinelli.

Proprio De Santis si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, Remo Pannain, lo descrive «sereno» perché certo «che la situazione si risolverà». «Non è certo un uomo disperato – ha spiegato Pannain – perché, da quanto abbiamo visto finora, vi sono almeno due o tre cose che possiamo riuscire a smontare documentalmente sin da ora».

«Raramente – ha detto il legale – ho visto dei documenti che dimostrano in modo così chiaro come funzionari dello Stato si siano comportati in modo assolutamente ineccepibile».

Gli interrogatori, fissati per le 10.30, sono cominciati con due ore di ritardo a causa della neve che ha bloccato per strada il gip. Il primo a comparire davanti al magistrato è Della Giovampaola. Poi saranno ascoltati Balducci e Anemone. Quest’ultimo dovrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Balducci, invece, intende dare la propria versione dei fatti.

Intanto gli atti dell’inchiesta, una quarantina di faldoni, sono stati trasmessi alla procura di Perugia, competente in quanto uno degli indagati è il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio. I pm del capoluogo umbro, quelli di Roma e di Firenze stanno comunque valutando come dividersi i vari tronconi d’indagine. A occuparsi del fascicolo a Perugia sono il procuratore facente funzioni Federico Centrone insieme ai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavernese. Nella procura di Firenze le bocche sono cucite: nessun rischio di sequestro dei cantieri, è l’unica cosa che dice il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi.