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Inchiesta G8, la versione di De Lise: “Quei soldi? Frutto della vendita di una casa”

di Emiliano Condò |15 Settembre 2010 14:05

Pasquale De Lise

Si è presentato con tutti i documenti sotto braccio: rogito, autorizzazioni, assegni. Il presidente del Consiglio di Stato, Pasacale De Lise, nella giornata di martedì 14 settembre ha raccontato ai magistrati di Perugia che indagano sui Grandi Eventi, la sua verità a proposito della casa di Propaganda Fide, venduta per oltre un milione di euro, e per cui ha incassato un assegno da 250.000 euro.

Per De Lise, che aveva richiesto di essere ascoltato dai magistrati umbri “è tutto perfettamente in regola”, dal prezzo dell’immobile che giudica “congruo”, al pagamento dell’assegno, incassato in quanto consultore di Propaganda Fide.

Anche sulla scelta dell’acquirente, l’avvocato Maria Chiara Scoca, De Lise spiega che non c’è niente di poco chiaro ma solo “ragioni di amicizia e un antico vincolo di vicinato”.

I magistrati, secondo quanto scrive Carlo Bonini sul quotidiano La Repubblica hanno chiesto conto al presidente anche della Consiglio di Stato anche conto di alcuni pronunciamenti del Tar del Lazio all’epoca della sua presidenza: l’autorizzazione della costruzione del Salaria Sport Village e il no al congelamento dell’appalto per l’auditorium di Firenze. Decisione capovolta quando De Lise non era più alla presidenza.  Per De Lise, però, si tratta solo di decisioni che fanno parte della “fisiologia del processo amministrativo”.

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