Inclisiran, il farmaco bio contro il colesterolo: si prende due volte l’anno. L’Aifa l’ha approvato

Un farmaco bio in grado di dimezzare i livelli di colesterolo cattivo, principale causa delle malattie cardiovascolari che provocano 220.000 vittime l’anno nel nostro Paese. Il farmaco, che si chiama Inclisiran si prende due volte l’anno ed è ora disponibile e rimborsabile in Italia. Per i medici si tratta di “un passo avanti importante” perché agisce alla radice del problema. Aumentando ”gli spazzini” che puliscono il sangue e lo fa con solo due somministrazioni l’anno. Ad annunciare la pubblicazione in Gazzetta della determina dell’Agenzia italiana del farmaco, è stata una conferenza stampa organizzata a Roma da Novartis Italia.

Le caratteristiche del nuovo farmaco contro il colesterolo

Due le principali novità del nuovo farmaco biologico Inclisiran. “Questa molecola – dichiara Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia (Sic) – è capostipite di una nuova classe di farmaci altamente innovativi. Farmaci che mirano direttamente alla radice della malattia aterosclerotica piuttosto che ai suoi sintomi. Grazie a un meccanismo d’azione che permette di ridurre i livelli di colesterolo Ldl o cattivo non solo in maniera efficace, ma anche sostenuta nel tempo”.

L’altra novità è la posologia

“Per noi cardiologi è innovazione straordinaria che può cambiare i percorsi di cura – spiega Furio Colivicchi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco) – perché con solo due somministrazioni l’anno permette di assicurare quell’aderenza alla prescrizione che, per chi assume molte terapie e per tanti anni, è molto difficile da mantenere. Considerato che i livelli di colesterolo ldl sono direttamente collegati al rischio di andare incontro a infarti e ictus, pensiamo possa cambiare il destino di molti pazienti”.

L’innovativo meccanismo di azione di Inclisiran, conclude Valentino Confalone, amministratore delegato di Novartis Italia, “è basato sui siRNA che sono in grado di agire a monte, interferendo cioè con la produzione di proteine che causano le malattie. Oggi questa tecnologia è applicata all’ipercolesterolemia, ma prevediamo in futuro di impiegarla anche nel trattamento di altre malattie”.

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