Incidente davanti alla Lidl di Biandrate (provincia di Novara). Un sindacalista dei Cobas è stato investito da un camion e ucciso durante una manifestazione. Chi era alla guida del mezzo ha forzato il posto di blocco è poi fuggito. Secondo quanto raccontano i presenti, il camion avrebbe investito Adil Belakhdim dopo aver litigato coi manifestanti.
Aggiornamento ore 17.39
Il camionista è stato arrestato, al momento con le accuse di omicidio stradale e resistenza.
Aggiornamento ore 11.27
Ma il camionista è stato individuato grazie alle telecamere della videosorveglianza e arrestato mentre si trovava già in autostrada. Anche altri due manifestanti sono rimasti feriti.
Incidente alla Lidl di Biandate: sindacalista investito e ucciso
Un 37enne è morto la mattina di venerdì 18 giugno investito da un camion davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate (Novara). E’ accaduto in via Guido il Grande, durante una manifestazione di lavoratori della logistica.
Secondo una prima ricostruzione, pare che l’autista del camion abbia investito durante una manovra l’uomo, sembra un sindacalista, e poi sia fuggito. La ricostruzione successiva parla invece di uno sfondamento del posto di blocco dopo una lite coi manifestanti. Comunque sia, a bloccarlo in autostrada sono stati i carabinieri. Sul posto è intervenuto anche il 118, ma per il 37enne non c’è stato nulla da fare.
La vittima è un rappresentante dei Cobas di origini marocchine. L’autista avrebbe forzato il blocco della manifestazione, che stava per cominciare, e il sindacalista sarebbe stato trascinato per una decina di metri.
Il comunicato dei Cobas
Questo il messaggio postato dai Cobas su Facebook: “Ucciso da un camion il nostro Coordinatore dei SiCobas Novara Adil durante lo sciopero nazionale in corso alla Lidl di Biandrate. A differenza di quanto sta girando sulla stampa, il camion ha forzato il presidio all’esterno del magazzino investendo i lavoratori, tra cui Adil”.
Chi era Adil Belakhdim, la vittima di Biandrate
La vittima, Adil Belakhdim, era residente a Vizzolo Predabissi, nell’area metropolitana di Milano. Lascia due figli di 15 e 17 anni. Da alcuni anni svolgeva attività sindacale ed era coordinatore interregionale dei SiCobas, e non di Novara come appreso in un primo momento.
La posizione di Lidl
Ecco la posizione di Lidl: “Siamo estremamente dispiaciuti per il drammatico incidente di questa mattina durante il quale ha perso la vita Adil Belakhdim e vogliamo innanzitutto esprimere il nostro più sincero e profondo cordoglio alla sua famiglia in questo triste momento. La manifestazione nazionale alla quale il funzionario dei Si Cobas stava partecipando era stata indetta per rivendicazioni nel settore logistico.
In questo contesto, l’azienda ricorda che applica a tutti i circa 2.500 lavoratori delle 10 piattaforme logistiche in Italia non il contratto della logistica, ma il CCNL della distribuzione moderna organizzata, insieme ad un ulteriore contratto integrativo.
L’azienda ribadisce che da sempre sono in essere costanti relazioni con le principali organizzazioni sindacali, orientate al dialogo e al confronto reciproco”.
Il commento di Antonio Chiodo (Agci)
“Ciò che è accaduto oggi è intollerabile. Alla famiglia del lavoratore colpito, agli affetti e agli amici le nostre sentite condoglianze. Il governo, il ministero dell’Interno e del Lavoro non possono assistere a questa esplosione di violenza che è un’escalation che di fatto non ha fine”. Lo dichiara Antonio Chiodo, Responsabile delle relazioni esterne e sindacali di AGCI Lombardia.
Chiodo poi aggiunge: “Sia le cooperative, le imprese, che i lavoratori sono molto preoccupati del clima di tensioni e di violenza di questi giorni. E’ urgente che il governo assuma presto iniziative per ristabilire regole civili del confronto e del conflitto e evitare altri casi come quello di stamattina, di settimana scorsa a Lodi, le continue agitazioni effettuate in palese contrasto alle regole democratiche”.
“Il settore della logistica – continua Chiodo – sta vivendo un periodo di forte crisi, interessato da alcune indagini della magistratura su gravi evasioni fiscali e di diritti, e violenza. A partire dalla decisione della direzione della FedexTnt che, a inizio di Marzo 2021, con un atto senza precedenti ha sbeffeggiato il governo, rappresentato dalla Prefettura di Piacenza, stracciando l’accordo, sottoscritto solo un mese prima, decidendo la chiusura dell’impianto di Piacenza.
Questo gesto va contro le relazioni sindacali e industriali, contro tutti i lavoratori e le famiglie coinvolte, incrina l’immagine della Prefettura e del governo, incapace o impotente nel far rispettare le intese che lo vedono coinvolto e interessato. Da quel grave fatto si è sviluppata una reazione a catena che sta coinvolgendo molti poli di logistica, anche laddove le relazioni con tutti sindacati hanno permesso di definire accordi per migliaia di lavoratori”.
“Mi domando e chiedo perché questa escalation di violenza proprio ora, dopo che la Logistica è stata riconosciuta come la catena di valore che ha dato garanzie a tutto il Paese durante il lockdown? I diritti dei lavoratori, la correttezza delle relazioni sindacali, i principi di legalità e democrazia caratterizzano quotidianamente la logistica sana. Chi ha interesse a deteriorare il clima e l’immagine di un intero settore vitale per il Paese?”.