Infanticidio dopo incesto a Cagliari: madre interrogata due ore in procura

CAGLIARI, 6 DIC – ''Ho consegnato il bambino vivo a mio padre nel bagno dell'ospedale, pensavo lo desse ad un orfanotrofio''. Ha raccontato la sua verita' davanti al pm di Cagliari, Alessandro Pili, la donna di 41 anni di Nuxis accusata di infanticidio assieme al padre, un pensionato di 71 anni che l'avrebbe violentata mettendola incinta, arrestato dai carabinieri di Siliqua a 15 anni dal ritrovamento del corpicino del neonato, il 25 febbraio 1996 sotto un ponte della statale 293, grazie alla prova del Dna.

Il bambino era frutto dell'incesto e di violenze che, secondo la donna, avrebbe subito sin dall'adolescenza. Difesa dall'avvocato Ignazio Ballai, la mamma del neonato ucciso era gia' stata sentita nelle scorse settimane, ma ha chiesto di essere nuovamente interrogata dal magistrato. Il colloquio e' durato circa due ore: la donna avrebbe sostanzialmente confermato quanto gia' dichiarato la prima volta al magistrato, fornendo comunque maggiori dettagli al pubblico ministero. Il bambino, secondo quanto e' emerso, era stato soffocato subito dopo la nascita con vari metri di carta igienica conficcati in bocca.

La madre, che resta accusata di infanticidio a piede libero, ha dunque ribadito di aver consegnato il neonato vivo al padre-nonno, difeso dall'avvocato Gianluca Aste.

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