Influenza stagionale, primo caso a Parma Influenza stagionale, primo caso a Parma

Influenza stagionale, primo caso a Parma. Attesi meno casi, epidemia più in là (ma vaccino solo da fine ottobre)

Primo caso di influenza stagionale identificato in un bambino di 9 mesi a Parma. In lieve anticipo rispetto agli anni scorsi, dà l’avvio alla stagione influenzale.

Quest’anno più temuta per il rischio di sovrapposizione tra i casi influenza stagionale ed i casi da Covid-19 che hanno sintomatologia simile.

Influenza stagionale: meno casi, più facile distinguerli dal coronavirus

Ma i virologi esprimono una prima valutazione rassicurante: il ceppo identificato, A-H3N2, è già circolato negli anni precedenti. Così come gli altri ceppi attesi, sia pur leggermente variati.

E questo lascia ben sperare in un “minore numero di casi attesi nella popolazione adulta”. E, dunque, in una più facile identificazione dei casi da nuovo coronavirus.

Meno casi, anche per le misure sanitarie di contrasto al Covid. Mascherine e distanziamento fanno da scudo efficace contro ogni virus contagioso. A preoccupare, piuttosto, in corrispondenza dell’anticipo di influenza stagionale, il ritardo nell’aggiornamento vaccinale.

Ma niente vaccino prima di fine ottobre

Solo 1 italiano su 3 potrà avere a disposizione la dose necessaria. Ed anche tra le fasce a rischio la copertura vaccinale, in 9 regioni, non arriverà al 75%.

Il rischio è che salti l’avvio della campagna vaccinale già da ottobre, secondo l’anticipo indicato dal ministero della Salute. Proprio per fronteggiare meglio la gestione dei prevedibili casi di Covid con l’inizio della stagione fredda. 

Le prime vaccinazioni partiranno, come lo scorso anno, il 26 ottobre. E a convocare i pazienti nelle categorie a rischio saranno le Asl, attraverso i medici di base. Per tutti gli altri, invece, reperire una dose vaccinale sarà impossibile o quasi.

“Non ci attendiamo grandi numeri nella popolazione adulta”

L’isolamento del primo caso è avvenuto a Parma, da parte dell’equipe della direttrice della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia dell’ateneo parmense Adriana Calderaro.

Si tratta di “un virus non nuovo, rispetto al quale una gran parte della popolazione adulta ha dunque già sviluppato gli anticorpi”, spiega all’ANSA Calderaro. Per questo, sottolinea, “non ci attendiamo grandi numeri nella popolazione adulta”.

E ciò “lascia ben sperare sul fatto che si possano venire a determinare meno sovrapposizioni con la sintomatologia da Covid”. 

Bambini più suscettibili, ma l’anticipo non significa ceppo più virulento

Diverso il discorso per quanto riguarda i bambini. “È presumibile che molti non siano entrati in contatto con questo virus influenzale, data l’età, e dunque siano più suscettibili”.

Il ceppo, precisa Calderaro, è “comunque ricompreso nella formulazione del vaccino antinfluenzale di quest’anno”.

Quanto al leggero anticipo temporale con cui quest’anno è stato isolato il primo caso di influenza stagionale, “tale anticipo non è particolarmente indicativo. Né indica una maggiore virulenza del virus”. (fonte Ansa)

 

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