Inquilino denuncia affitto in nero: Corte Costituzionale boccia lo sconto

casa_mutuoROMA – La norma prevedeva sconti a quegli inquilini che denunciavano l’affitto in nero. La Corte Costituzionale ha stralciato questa norma contenuta nel decreto del 2011 sul federalismo fiscale che disponeva la cedolare secca sugli affitti.

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle norme per eccesso di delega: i contenuti del decreto legislativo emanato dal governo sono andati oltre il perimetro fissato dal Parlamento nella legge delega, violando l’art. 76 della Costituzione. La sentenza, la n. 50, è stata depositata oggi: il giudice relatore è Paolo Grossi. Le norme censurate dalla Corte sono contenute nel decreto legislativo n.23 del 14 marzo 2011, che prevedeva disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale. Nel dettaglio, diversi tribunali – Salerno, Palermo, Firenze, Genova, Roma sezione staccata di Ostia – hanno impugnato i commi 8 e 9 dell’art. 3, che contiene le misure sulla cedolare secca sugli affitti. Il comma 8 stabilisce, in particolare, che i contratti di locazione delle case che “ricorrendone i presupposti, non sono stati registrati entro il termine stabilito”, hanno una durata di 4 anni e il canone annuo è fissato nel triplo della rendita catastale più l’adeguamento Istat dal secondo anno.

Il comma 9 stabilisce poi che queste stesse disposizioni si applicano anche nei casi in cui nel contratto di locazione registrato sia stato indicato un importo inferiore a quello effettivo e sia stato registrato un contratto di comodato fittizio. “Emerge con evidenza – si legge nella sentenza – che la disciplina oggetto di censura, sotto numerosi profili ‘rivoluzionaria ‘ sul piano del sistema civilistico vigente, si presenti del tutto priva di ‘copertura’ da parte della legge di delegazione: in riferimento sia al relativo ambito oggettivo, sia alla sua riconducibilità agli stessi obiettivi perseguiti dalla delega”. Questo perché “il tema della lotta all’evasione fiscale, che costituisce un chiaro obiettivo dell’intervento normativo” del Parlamento, “non può essere configurato anche come criterio per l’esercizio della delega: il quale, per definizione, deve indicare lo specifico oggetto sul quale interviene il legislatore delegato, entro i previsti limiti”.

Le conseguenze dell’annullamento della Corte Costituzionale sono pesanti. Spiega il Sole 24 Ore:

Le pronunce della Corte costituzionale hanno effetto anche per il passato. Quindi finiranno nel nulla anche i contratti che sono stati registrati dagli inquilini e dai funzionari del Fisco a partire dal 6 giugno 2011. Le super-sanzioni, infatti, sono scattate 60 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto, che era il 7 aprile 2011. In pratica, i proprietari potranno chiedere agli inquilini di liberare l’abitazione, perché il contratto cadrà insieme alla norma di legge che lo prevedeva. Restano ferme, invece, le regole fiscali: chi ha affittato una casa in nero dovrà pagare le imposte non versate, le sanzioni e gli interessi.

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