PALERMO, 2 MAG – Sono diverse le intercettazioni telefoniche trasmesse dalla Procura di Palermo al Csm che proverebbero un tentativo di ottenere l'appoggio dei componenti laici del Consiglio per la nomina del magistrato Paolo Mancuso a capo della Procura di Napoli. Proprio l'esistenza delle conversazioni avrebbe indotto oggi i consiglieri di Area a ritirare la sua candidatura.
Le telefonate sono finite agli atti dell'inchiesta dei pm del capoluogo siciliano sulla trattativa tra Stato e mafia che coinvolge, tra gli altri, il generale dei carabinieri Mario Mori e il suo ex braccio destro Giuseppe De Donno. Proprio De Donno, indagato a Palermo per attentato a corpo politico dello Stato, era l'interlocutore al quale Mancuso si sarebbe rivolto per avere, tramite l'intermediazione del senatore del Pdl, Maurizio Gasparri, l'appoggio dei consiglieri laici del Csm al momento del voto. Secondo indiscrezioni nella vicenda sarebbe coinvolto anche il generale Mori.
Sentite le telefonate i pm di Palermo, Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, hanno deciso di inviare le intercettazioni al Csm: in base a una circolare del Consiglio, infatti, quando un ufficio inquirente trova anche incidentalmente, indagando su terzi, notizie che possono dar vita a procedimenti disciplinari o di incompatibilita' ambientale a carico di magistrati ha l'obbligo di informare il Consiglio Superiore, tranne che le ragioni di riservatezza dell'inchiesta siano prevalenti. Eventualita' evidentemente scartata dalla Procura di Palermo che sta per chiudere l'inchiesta sulla trattativa.