X

Spunta una video-intervista al bandito Giuliano: in cantina per anni

di Elisa D'Alto |19 Ottobre 2010 21:44

C’è un solo video di Salvatore Giuliano, il bandito siciliano di cui il 28 ottobre verrà riesumato il cadavere 60 anni dopo nell’ambito di un’indagine contro ignoti sulle reali circostanze della morte. Una decina di minuti girati nel 1949 dal cineoperatore Ivo Meldolesi. Un vero scoop: ‘Oggi’ stampò oltre un milione di copie. L’editore dovette fuggire in Svizzera, il giornalista Jacopo Rizza e lo stesso Meldolesi vennero processati per ‘apologia di reato’.

Meldolesi, che negli anni a seguire guidò anche il servizio fotografico dell’Ansa, dovette nascondere in cantina quella importantissima ‘pizza’. Il video non venne visto per anni e solo all’inizio degli anni ’70 è stato trasmesso dalla tv. ‘La gestazione dell’intervista fu molto laboriosa. Mio padre – ha raccontato all’Ansa il figlio di Meldolesi, Luciano, nell’agosto scorso – cercò un contatto a Roma. Le cose però erano laboriose”.

”In Sicilia ci furono due o tre appuntamenti mancati e alla fine – spiega – l’incontro con la banda in una cascina. Vennero portati bendati. Trattati con cortesia. Giuliano, dopo Portella, era il ricercato numero uno. L’idea era di vendere lo scoop all’estero ma quel video non varcò mai, se non negli ultimi anni, i confini. L’intervista aveva anche un sonoro ma per un errore non venne inciso. Il colloquio si tramutò in due lunghe puntate su ‘Oggi’. Il video è corto perché mio padre per quanti sforzi avesse fatto non riuscì in tutta Roma a trovare un metro in più di pellicola. Infatti, tutto il video è accelerato per sfruttarlo al massimo”.

”Alla fine – prosegue Meldolesi – quello scoop diede molta gloria ma ben scarsi ritorni tenendo conto che ci fu anche un processo che mandò mio padre assolto ‘perché il fatto non costituisce reato’. Quel video poteva avere un impatto terribile e ci furono fortissime pressioni affinché non circolasse”. Negli archivi ci sono documenti dei carabinieri che testimoniano della forte irritazione per quella intervista fatta ad un bandito teoricamente imprendibile per lo Stato. La ‘trappola’ per Giuliano scattò anche dall’idea di far circolare per la zona un finto camion per riprese cinematografiche che era invece dei carabinieri.

Al processo di Viterbo il luogotenente di Giuliano, Pisciotta, sostenne che il poliziotto Ciro Verdiani volesse realizzare un film su Giuliano o almeno questo gli fece credere. Nel lavoro di Rizza e Meldolesi Verdiani potrebbe aver visto un ‘effetto promozionale’ per il film per il quale quelle scene potevano essere eventualmente utilizzate. Infatti Giuliano, poco prima di morire, aveva ricevuto da Verdiani una macchina da ripresa. Forse è in questo particolare il così lungo ostracismo sull’unico video di Salvatore Giuliano che è ora visibile sul sito dell’Ansa (www.ansa.it).

Scelti per te