Investe un uomo dopo una lite. Il gip: in carcere anche se ha 71 anni

MILANO, 27 LUG – E' passato sul corpo del motociclista ''senza fermarsi'', mostrando allo stesso tempo una chiara volonta' di uccidere e l'intenzione di fuggire dopo il fatto, e non si e' assunto in alcun modo la responsabilita' dei suoi gravissimi gesti, malgrado ci siano una serie di testimonianze che lo 'inchiodano'. Per questi motivi, il pensionato Vittorio Petronella, che due giorni fa ha inseguito, investito e ucciso un uomo dopo una banale lite in strada, e' ''socialmente pericoloso'' e deve rimanere in carcere, nonostante abbia 71 anni.

Lo ha deciso il gip di Milano, Enrico Manzi, che oggi, dopo aver interrogato per circa un'ora l'anziano – il quale ha cercato di giustificarsi parlando di un ''tragico incidente'' – ha convalidato il fermo e disposto la misura del carcere. Il giudice ha accolto in pieno l'impianto accusatorio formulato dal pm Antonio Sangermano, che coordina l'inchiesta, ordinando che Petronella, ex dirigente commerciale di un'azienda, resti a San Vittore con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

La legge prevede che per gli ultrasettantenni non si possa disporre il carcere, se non in casi di eccezionale gravita'. E il giudice ha ritenuto che questo sia uno di quei casi, valutando anche come ''eccezionalmente pericoloso'' il comportamento di Petronella.

Stando alle indagini, lunedi', verso le 15:30, Petronella e il motociclista, Alessandro Mosele, 35 anni, avevano litigato al semaforo tra viale Doria e via Palestrina, perche' il pensionato avrebbe tagliato la strada al 'centauro'. Tra i due erano volati sputi e insulti e l'anziano aveva deciso di inseguire Mosele anche contro mano in viale Doria, fino a che non lo aveva centrato in pieno con la sua macchina. L'uomo aveva tentato di resistere aggrappato alla targa dell'auto e poi era finito sotto le ruote.

Davanti al gip, Petronella, assistito dall'avvocato Pier Paolo Pieragostini, lo ha descritto come un ''tragico incidente'', ribadendo di aver ''perso la testa nell'inseguimento'', ma che la sua intenzione non era di uccidere. E spiegando, inoltre, di essersi ritrovato il motociclista davanti all'auto, dopo che probabilmente lui aveva colpito un cordolo sbandando, e di non aver potuto evitarlo. Tesi che non ha convinto affatto il giudice che, nel suo provvedimento, ha fatto riferimento a quattro testimonianze di persone che erano in strada quel giorno e che hanno parlato tutte in modo chiaro dell'auto del pensionato lanciata di proposito contro il motociclista.

Il gip, inoltre, ha valutato che Petronella, dopo aver colpito la moto, non si e' fermato ed e' passato sopra il corpo di Mosele, addirittura accelerando, come riportano alcune testimonianze, e poi 'abbozzando' una fuga. Gli inquirenti dovranno anche accertare se il pensionato sia addirittura passato una seconda volta sul corpo del motociclista, come risulterebbe da alcuni racconti. Il giudice, infine, nelle motivazioni, ha anche ricordato che l'anziano dopo avere investito Mosele e' andato dritto con la sua auto contro una ciclista che si trovava in strada, ferendola ad una gamba.

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