Investì e uccise due ragazze irlandesi a Roma, Vernarelli condannato a 7 anni

Friederich Vernarelli

E’ stato condannato a 7 anni di reclusione, per il reato di duplice omicidio colposo, Friederich Vernarelli, 35 anni, che nella notte tra il 17 il 18 marzo del 2008 travolse e uccise con la sua auto due ragazze irlandesi, Elizabeth Anne Gubbins e Mary Claire Collins, sul Lungotevere a Roma.

Il giudice Anna Maria Pazienza ha ritenuto il giovane gestore di un bed & breakfast, al quale non ha concesso alcuna attenuante, responsabile di duplice omicidio colposo, guida senza patente e in stato di ebbrezza nonchè rifiuto di sottoporsi ad analisi per accertare se avesse assunto droga.

Vernarelli dovrà inoltre pagare una provvisionale di 130 mila euro per i genitori delle due vittime e di 70 mila per i fratelli delle due ragazze morte a poca distanza da Castel Sant’Angelo. Per l’imputato, che non era presente in aula al momento della lettura della sentenza, il pubblico ministero, Andrea Mosca, aveva chiesto una condanna a 9 anni di reclusione.

Nel corso della sua requisitoria il magistrato ha affermato che Vernarelli, al momento dell’impatto mortale con le vittime, non era “confuso ne non cosciente ” ricordando che il medico del Santo spirito che lo visitò poco dopo l’incidente lo definì in uno stato “vigile e orientato” anche se il tasso alcolico nel sangue era “sei volte superiore al limite consentito per legge”.

Per il pm “la responsabilità” di Vernarelli emerge senza alcun dubbio”. L’uomo, a bordo di una Mercedes classe B, investì a folle velocità, secondo i rilievi dei vigili urbani, le due ragazze che si trovavano sulle strisce pedonali in compagnia di altri amici. Una delle due ragazze venne sbalzata per circa 40 metri mentre l’altra è stata trascinata per circa 60 metri.

Quella notte il figlio dell’ex presidente del XVII Municipio ed ex funzionario dei vigili urbani, fu sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Il 19 marzo poi il pm chiese al gip la convalida dell’arresto in flagranza e l’aggravamento della custodia cautelare, passando dai domiciliari al carcere.

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