Isabella Viola, morta di fatica: colletta di quartiere per i figli

Isabella Viola, morta di fatica: colletta di quartiere per i figli

ROMA – Isabella Viola, ovvero storia di una mamma di 34 anni morta “di fatica” nel ventre della metropolitana di Roma. Sembra la storia di un’eroina dei romanzi d’appendice quella di Isabella se non fosse che porta tutte le tracce della modernità nel suo senso più deteriore. Morta di fatica, hanno scritto i giornali e non a torto. Morta di “stenti”, avrebbero scritto gli autori di due secoli fa.

Isabella abitava a Torvaianica, sul litorale romano, ma il mare non lo vedeva da mesi. Si alzava tutti i giorni alle 4 per andare a lavorare in un bar del Tuscolano, a fare cornetti. Da Torvaianica prendeva il pullman che la portava alla stazione Laurentina. Da qui la metro B fino a Termini, cambio e con la A fino a Furio Camillo. Così ogni giorno, ogni giorno scandito dalla stessa fatica. Isabella, a 34 anni, era già mamma. Di 4 figli. Sveglia prestissimo, duro lavoro, una famiglia numerosa da portare avanti, orfana precoce.

Scrivono sempre i giornali che Isabella avvertiva un malessere da diverso tempo ma che non avesse mai approfondito. Non aveva tempo, tutti i giorni la sveglia alle 4. E così domenica 18 si è accasciata sulla banchina della metro a Termini. L’hanno soccorsa ma niente, se n’è andata in un attimo.

Può sembrare un puro esercizio retorico paragonare la storia di questa donna a quella delle tante eroine dell’Ottocento. Che certo non lavoravano nei bar e non prendevano la metro e più spesso erano destinate alla prostituzione. Ma la fatica sembra davvero la stessa. Ora restano i 4 figli di Isabella, come lei orfani precoci. Il quartiere dove si trova il bar, lì tutti conoscevano Isabella, sta facendo una colletta per aiutarli. Anche questo, un gesto d’altri tempi.

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