Ischia, la coop e la camorra. Il pentito: “Un accordo senza bisogno di minacce”

Ischia, la coop e la camorra. Il pentito: "Un accordo senza bisogno di minacce"
Ischia, la coop e la camorra. Il pentito: “Un accordo senza bisogno di minacce”

ISCHIA – Cpl Concordia, la Coop rossa che secondo le accuse distribuiva tangenti ai politici, e la camorra. E’ questo l’ultimo risvolto dell’inchiesta che riguarda la coop che ha portato all’arresto di 10 persone tra cui l’ex sindaco Pd Giuseppe Ferrandino. La pista dei casalesi la suggerisce, con molti dettagli, il pentito Antonio Iovine.

Dalla sua deposizione si legge: “I rapporti con la Cpl Concordia furono gestiti da Zagaria Michele per il tramite di Piccolo Antonio (…) In relazione ai lavori della metanizzazione (nel Casertano, ndr ) effettuati dalla Cpl Concordia posso affermare con certezza che il Piccolo Antonio fece da intermediario tra la Concordia di Modena e noi Casalesi, e in particolare tra la Concordia e Zagaria Michele. Preciso che tutto ciò avvenne all’insegna e sulla base di un accordo e con una metodologia in cui non ci fu necessità né di violenza né di minacce, neppure indirette: si trattò cioè di una intesa raggiunta attorno a una sorta di “tavolo” al quale si sedettero Concordia, Piccolo Antonio, e la criminalità organizzata casalese”.

Iovine specifica che Zagaria “tramite dei prestanomi era entrato nella Cpl Concordia, acquisendone delle quote societarie”. Iovine ha parlato in un interrogatorio reso al pm Woodcock nel settembre dello scorso anno. “Personalmente – dice il pentito – non ho mai conosciuto alcuno della Concordia. Ritengo, conoscendo Zagaria e sapendo come lo stesso è solito muoversi rispetto ad operazioni economiche così grosse, come è stato la metanizzazione dell’Agro Aversano, che Zagaria sia entrato nella Concordia”. Secondo il pentito a favorire questo presunto legame con la Concordia sarebbe stato l’imprenditore Antonio Piccolo, ritenuto legato a Zagaria.

 

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