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ROMA – Filo diretto dell’antiterrorismo negli istituti scolastici contro il rischio di radicalizzazione a cui sono esposti i più giovani. I servizi di intelligence del dipartimento antiterrorismo sono in costante contatto con i vari uffici Digos anche per ricevere informazioni e denunce da parte dei dirigenti scolastici degli istituti sulla segnalazione di eventuali comportamenti deviati da parte degli studenti. Secondo gli investigatori, i giovanissimi sono tra i soggetti vulnerabili più esposti ai rischi di radicalizzazione.
E’ grazie a questo tipo di collaborazione che nei mesi scorsi è stato possibile evitare le conseguenze del comportamento di un giovane 15enne di Udine e di origini maghrebine, che nello scorso aprile è stato individuato dagli agenti. Il ragazzo era talmente radicalizzato alla causa jihadista da essere forse pronto a realizzare un dispositivo rudimentale e compiere un’azione nella sua scuola. Il minorenne è impegnato in un percorso di recupero di ‘deradicalizzazione’ ed è seguito dai servizi sociali e da un team di psicologi ed esperti.
Riguardo ad un piano strategico strutturato nazionale, in materia di prevenzione della radicalizzazione o per il recupero e il reinserimento sociale dei soggetti coinvolti, la proposta di legge a firma del magistrato Stefano Dambruoso in materia di prevenzione della radicalizzazione risulta bloccata dalla conclusione della precedente legislatura.