Istat: tra 50 anni saremo 61.3 mln, stranieri triplicati

ROMA – Tra poco più di cinquant'anni saremo 61,3 milioni, saranno triplicati gli stranieri, diminuiti invece notevolmente i giovani a favore degli anziani. L'eta' media si sarà alzata, la popolazione sara' sempre piu' numerosa al nord, sempre di meno al sud. E soprattutto calera' la forza lavoro di ben 11 punti percentuali. Lo scenario, non proprio rassicurante, arriva dal report sul 'Futuro demografico del Paese' reso noto oggi dall'Istat.

TRA CINQUANT'ANNI SAREMO 61,3 MLN – E dunque l'Istituto di statistica calcola che nel 2065 in Italia la popolazione residente sara' pari a 61,3 milioni; tenendo conto della variabilita' associata agli eventi demografici, la stima della popolazione oscilla da un minimo di 53,4 milioni a un massimo di 69,1 milioni. L'evoluzione della popolazione e' il risultato congiunto di una dinamica naturale negativa per 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi) e una dinamica migratoria positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite). La popolazione si ridurra' in modo considerevole al sud dove passera' dagli attuali 14,2 milioni a 11,3 nel 2065. In calo anche la popolazione nelle isole (da 6,7 milioni a 5,5 milioni). Crescera' invece la popolazione al centro (da 12 milioni a 13,3) e al nord.

CRESCE L'ETA' MEDIA, SOPRATTUTTO AL SUD – Prosegue l'invecchiamento della popolazione italiana che, nel 2065, dovrebbe avere un'eta' media di 49,7 anni. Spicca il fatto che le regioni del Mezzogiorno potrebbero sperimentare un processo di invecchiamento della popolazione piu' rapido di quello che si dovrebbe riscontrare nelle regioni centro-settentrionali. Infatti nelle regioni del Sud e nelle Isole la popolazione passerebbe da un'eta' media iniziale di circa 42 anni a un'eta' media superiore ai 51 anni nel 2065; al Nord si passa invece dagli oltre 44 anni di eta' media attuali, fino ai 49 anni entro il 2065. Il Mezzogiorno potrebbe sperimentare anche una riduzione dei giovani fino a 14 anni di eta': da 2,1 milioni di quest'anno a 1,3 milioni nel 2065; da 1 milione a 0,6 milioni per le isole. Al Centro-Nord la popolazione giovanile dovrebbe invece rimanere pressoche' stabile e anzi crescere al Nord-Est. Nel complesso la popolazione fino a 14 anni di eta', oggi pari al 14% del totale, raggiungerebbe un massimo del 12,7% nel 2065. Entro quell'anno i giovani risulterebbero pari a 7,8 milioni. Particolarmente accentuato sarà l'aumento degli anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale, dovrebbero diventare il 32-33% nel 2056, con un massimo di 33,2%.

FORTE CALO DELLA FORZA LAVORO – La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) evidenzia, nel medio termine, secondo le previsioni dell'Istat, una lieve riduzione, passando dall'attuale 65,7% al 62,8% nel 2026. Nel lungo termine, invece, l'Istat si aspetta una riduzione più accentuata, fino a un minimo del 54,3% nel 2056, anno dopo il quale l'indicatore si stabilizza, con un valore del 54,7% nel 2065 (-11%). La trasformazione della struttura per età della popolazione comporta un marcato effetto sui rapporti intergenerazionali. L'indice di dipendenza degli anziani (cioè il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva 15-64 anni), oggi pari al 30,9%, cresce fino a un livello del 59,7% nel 2065. Gli studiosi dell'Istat mostrano preoccupazione per la riduzione della popolazione in eta' attiva e la concomitante crescita della popolazione oltre i 65 anni: questo comporterebbe una significativa riduzione della forza lavoro potenziale soprattutto al sud dove il calo sarebbe pari a 2,6 milioni di lavoratori tra il 2030 e il 2065.

TRIPLICANO GLI STRANIERI, SARANNO 14,1 MLN NEL 2065 – I cittadini stranieri, che sono oggi pari a 4,6 milioni di individui, arriveranno a 7,3 milioni nel 2020 e a 9,5 milioni nel 2030. Nel lungo termine, l'Istat calcola che diventeranno 12,7 milioni entro il 2040 e 14,1 milioni entro il 2065, residenti soprattutto al Centro-Nord. Le coppie straniere dovrebbero dare alla luce complessivamente 7,5 milioni di bambini mentre i decessi sarebbero pari a 2,3 milioni. Si prevede infine che, fino al 2065, potrebbero acquisire la cittadinanza italiana (sottraendosi così al conteggio della popolazione straniera) circa 7,6 milioni di individui.

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