MILANO – E' diventata definitiva la sentenza della Corte Europea di Strasburgo che condanna l'Italia a versare 15mila euro a Toumi Ali Ben Sassi, il tunisino condannato dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano a 6 anni di reclusione per associazione a delinquere con finalita' di terrorismo, ed espulso il 2 agosto del 2009 in Tunisia, nonostante la sospensione della Corte Europea di Strasburgo. A deciderlo la Grande Camera che ha rigettato l'appello dello stato italiano dopo la condanna di primo grado.
Nelle motivazioni di oltre 20 pagine, i giudici sottolineano che l'Italia e' colpevole di inosservanza delle misure provvisorie (sospensione dell'espulsione concessa dalla corte) e ha violato l'art 3 della Convenzione europea dei diritti dell' uomo che prevede che nessuno debba essere sottoposto a maltrattamenti.
Negli atti si fa infatti riferimento ad una relazione delle Nazioni Unite, redatta il 26 gennaio del 2010 in cui il relatore dopo una visita in Tunisia sottolineava come sebbene il paese avesse fatto dei passi avanti, ci fosse ancora un divario tra la legge e la realta'.
Per difendersi lo stato italiano aveva sottolineato che la situazione in Tunisia non era diversa da quella di certi paesi della convenzione, 'puntando il dito', tra l'altro, contro il rapporto del Dipartimento di stato degli Stati Uniti d'America, ''paese certo che non sarebbe un modello per cio' che concerne il trattamento delle persone sospette di terrorismo''. Tesi difensiva rigettata dalla Corte.