Una collega di Alessandro Garlaschi sostiene che aveva precedenti per stalking Una collega di Alessandro Garlaschi sostiene che aveva precedenti per stalking

Jessica Valentina Faoro, collega di Alessandro Garlaschi: “Ha precedenti per stalking”

Una collega di Alessandro Garlaschi sostiene che aveva precedenti per stalking
Jessica Valentina Faoro e Alessandro Garlaschi

MILANO –  Alessandro Garlaschi “ha precedenti per stalking”. A dirlo, alla trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto?,  è una collega del tranviere Atm di 39 anni indagato per l’omicidio di Jessica Valentina Faoro, uccisa a coltellate a 19 anni a Milano.

Secondo quanto dichiarato dalla collega di Garlaschi a Chi l’ha visto?, un’altra collega dell’uomo sarebbe stata perseguitata e continuerebbe ad essere rimborsata per il danno subito.

La giovane Jessica Valentina Faoro è stata ammazzata mercoledì 7 febbraio nell’appartamento di via Brioschi a Milano dove viveva Garlaschi. La ragazza si trovava lì dopo essere stata assunta come domestica dall’uomo, che era collega del padre, anche lui dipendente Atm (l’azienda del trasporto pubblico di Milano).

Proprio per questo l’uomo si sarebbe vantato con i colleghi della presenza di una bella e giovane ragazza in casa sua.  E avrebbe, secondo l’accusa, tentato diverse volte approcci di natura intima con la ragazza, che era arrivata a chiedere l’aiuto dei carabinieri una settimana prima dell’omicidio.

L’interesse sessuale di Garlaschi per Faoro, secondo l’accusa, sarebbe avvalorato da un biglietto scritto a mano dall’uomo alla ragazza: “Ciao bimba, sai che tvb. E ci tengo un casino a te! Stasera spero che mi starai facendo ‘qualcosina’ oltre al dvd, ma devi fare tutto tu e dirmi quando iniziare. Mi raccomando con il tipo stasera…”.

Il giudice ha ricostruito che la ragazza, la sera prima di essere uccisa, era uscita per un appuntamento con un coetaneo ed era rincasata intorno alle 21. Mezz’ora dopo Garlaschi aveva accompagnato la moglie dalla suocera a Novegro (Milano), dove la donna aveva trascorso la notte.

Rientrato a casa, avrebbe quindi tentato “un approccio di natura sessuale” con Jessica, aggredita a morte perché avrebbe rifiutato le sue avances. Ore dopo è lo stesso Garlaschi, si legge ancora nel provvedimento, a confessare il delitto prima alla moglie e poi a un operatore del 118.

“La ragazza mi ha colpito con un coltello ad entrambe le mani – ammette Garlaschi nella telefonata riportata nell’ordinanza – io sono riuscito a prenderle il coltello, l’ho girato e l’ho colpita allo stomaco”. Poi si è chiuso nel silenzio sia davanti al pm che al gip.

Tra gli altri indizi e riscontri messi in luce nel provvedimento e a sostegno del movente “sessuale” alla base dell’omicidio, ci sono buste contenenti ‘sex toys’ comprati su un noto sito di e-commerce e che Garlaschi avrebbe provato a far sparire.

Il giudice ha deciso di applicare la misura cautelare in carcere dato il “concreto e attuale” pericolo che il tranviere fuggisse. Lui che “con lucidità ha gestito la fase successiva rimanendo dentro l’abitazione alcune ore ove ha inizialmente tentato di cancellare le prove del delitto e di occultare il cadavere della vittima”, provando anche a bruciarlo.

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