Joe Formaggio: “Giù casa Ermes Mattielli, non vada ai ladri”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2015 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA
Joe Formaggio: "Giù casa Ermes Mattielli, non vada ai ladri"

Joe Formaggio: “Giù casa Ermes Mattielli, non vada ai ladri”

VICENZA – L’eredità di Ermes Mattielli, l’artigiano morto di infarto e condannato a 5 anni per tentato omicidio, potrebbe andare ai ladri a cui sparò nella sua casa di Arsiero, in provincia di Vicenza. Ai funerali di Mattielli il pomeriggio del 10 novembre c’era però anche Joe Formaggio, sindaco di Albettone, che ha seguito da vicino la vicenda dell’artigiano e che ha lanciato la sua proposta: “Abbattere con le ruspe la casa di Ermes perché non vada ai nomadi che vi tentarono il furto nel 2006”.

Vittorino Bernardi sul Gazzettino scrive che Formaggio, già noto per i cartelli anti-rom che gli costarono un’accusa di discriminazione razziale e per la tassa sui gay, è intervenuto al funerale di Mattielli e ha dichiarato apertamente di “trovare intollerabile” che l’eredità dell’artigiano vada come risarcimento ai ladri che gli entrarono in casa:

“Nella mia figura istituzionale non posso farlo materialmente, ma affermo che gradirei vedere la casa di Ermes abbattuta dalle ruspe, da parte di qualcuno, piuttosto che passi nel possesso dei due nomadi che la violarono la notte del 13 giugno 2006. Trovo intollerabile che per saldare il risarcimento di 135 mila euro stabilito dal tribunale lo Stato possa dare la casa di Ermes proprio ai due delinquenti che vi penetrarono 9 anni fa”.

Il sindaco di Albettone è intervenuto alla cerimonia, celebrata dal parroco don Roberto Xausa, e ha attaccato la politica “rea” di essersi accorta di Ermes troppo tardi:

“La politica si è accorta troppo tardi di Ermes, doveva aiutarlo 9 anni fa, subito dopo l’attacco dei due ladri alla sua proprietà. Si è sentito crocefisso Ermes con la condanna del 7 ottobre e temeva che la sua casa venisse confiscata a vantaggio proprio dei due ladri. L’ansia indotta è stata per lui fatale. Ora dobbiamo riflettere e la politica deve lavorare da questo dramma per cambiare la Legge della legittima difesa in casa”.