Jolly Nero, crollo torre piloti: a processo tutti 5 indagati

Jolly Nero, crollo torre piloti: a processo tutti 5 indagati
Jolly Nero, crollo torre piloti: a processo tutti 5 indagati (LaPresse)

GENOVA – Jolly Nero e crollo della Torre piloti del porto di Genova 7 maggio 2013: tutti a processo i cinque imputati, accusati di omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo di costruzioni. Si tratta del comandante della nave Jolly Nero Roberto Paoloni (accusato anche di falso per non aver segnato sul diario di bordo il mancato funzionamento del contagiri e falso in concorso con il terzo ufficiale Cristina Vaccaro); del pilota Antonio Anfossi; del primo ufficiale Lorenzo Repetto; del direttore di macchina Franco Giammoro; del comandante d’armamento della società Messina, Giampaolo Olmetti.

Dal processo dove si stabiliranno le colpe dell’incidente che ha portato alla morte di nove persone, il giudice per l’udienza preliminare Claudio Siclari ha stralciato la posizione del terzo ufficiale Cristina Vaccaro, indagata solo per falso per avere controfirmato la check list di controllo degli apparati, stando alla quale sarebbe stato tutto in regola. Secondo la Procura di Genova le indagini sarebbero state ostacolate da gravi manomissioni alle prove.

Indagata per responsabilità oggettiva la società armatrice Ignazio Messina. Al processo che inizierà il 19 febbraio 2016 davanti al giudice monocratico Silvia Carpanini, l’Avvocatura dello Stato chiederà un risarcimento danni di 32 milioni di euro ai cinque imputati e alla compagnia Messina, per conto del ministero della Difesa, del ministero dei Trasporti e del ministero dell’Economia e delle Finanze. Fra le parti civili, oltre a una trentina di familiari delle 9 vittime, si sono costituite anche l’Autorità portuale e l’Agenzia del demanio. Il gup ha respinto la richiesta di sequestro conservativo sui beni della compagnia Messina avanzata dai legali di alcune parti civili. Il giudice ha motivato sostenendo che la società è ampiamente in grado di fare fronte alle richieste di risarcimento, qualora fossero accolte.

“Babbo Natale ha portato un piccolo dono per Giuseppe e per tutte le altre vittime. Ha portato un po’ di giustizia visto che noi il Natale non lo festeggiamo più”. È questo l’amaro commento di Adele Chiello, mamma di Giuseppe Tusa, il marinaio della Guardia Costiera morto a 30 anni nel crollo della Torre piloti dopo la decisione del gup Siclari di rinviare a giudizio tutti gli imputati.

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