Jonathan Galindo, il nuovo gioco sull'autolesionismo Jonathan Galindo, il nuovo gioco sull'autolesionismo

Jonathan Galindo, il nuovo gioco sull’autolesionismo che segue le orme del Blue Whale

Dopo il Blue Whale, è nato un nuovo gioco, il Jonathan Galindo, che presenta le stesse caratteristiche, ovvero portare giovani ragazze e ragazzi al suicidio. Il Blue Whale rappresentava una vera e propria sfida che consisteva nel togliersi la vita dopo diversi giorni dall’inizio del gioco.

Il profilo Instagram denominato Jonathan Galindo, nato da qualche giorno, è apparso in Rete ed ha iniziato a suscitare paura.

Il profilo si chiama anche Pippo Deformato.

Il gioco, che segue le orme del Blue Whale, consiste nell’inviare un messaggio al profilo e da qui partire successivamente con un gioco che porterà nel tempo ad una forte fase depressiva per la vittima ed il successivo omicidio della stessa.

I carnefici – sono più profili collegati – indossano una maschera che rappresenta Pippo, il personaggio dei cartoon di Topolino, che però appare deformato.

Alcuni adolescenti, in particolare ragazzine della provincia di Ancona, hanno segnalato questa nuova challenge ai genitori.

In altri casi sono stati gli adulti ad accorgersi di queste strane proposte, essendo apparso sulle chat di classe il volto di questo cane. 

La polizia è già al lavoro per fronteggiare ed arginare il fenomeno che si sta diffondendo anche in Italia tra i giovanissimi. 

Il racconto di una mamma

“Arriva la richiesta di contatto da Jonathan Galindo – riferisce una mamma preoccupata al Resto del Carlino – e se accetti ti viene inviato, tramite messaggistica, un link che ti propone di entrare in un gioco nel quale vengono proposte delle sfide e prove di coraggio fino ad arrivare all’autolesionismo.

In realtà so che c’è chi ha ricevuto anche più richieste da profili simili, differenziati magari da un punto o da un trattino tra le parole Jonathan e Galindo.

Mia figlia mi ha raccontato che tra le prove c’è quella di incidere con una lama sulla pelle dell’addome le lettere iniziali del proprio nome. Ma anche il numero del diavolo 666.

Mi sono spaventata e per fortuna non è stato nascosto nulla a noi genitori.

Purtroppo oggi i ragazzini a 12 anni, nonostante le resistenze di noi genitori, hanno già il loro smartphone e vari profili social ma sono esposti a pericoli di questo tipo”. (fonte IL RESTO DEL CARLINO)

 

 

Gestione cookie