Kaos cane eroe di Amatrice? Lì non c’è mai stato. Il proprietario: “Mai detto”

Kaos cane eroe di Amatrice? Lì non c'è mai stato. Il proprietario: "Mai detto"
Kaos cane eroe di Amatrice? Lì non c’è mai stato. Il proprietario: “Mai detto”

ROMA – Si infittisce il giallo sul cane Kaos, morto in circostanze perlomeno opache: sembra che l’eroe di Amatrice, come è stato ribattezzato con superficialità dal web, nel paesino laziale distrutto dal terremoto non ci sia mai stato. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Qualche solerte e autonominato funzionario social alla verità ha pubblicato il numero di microchip di Kaos, da una veloce verifica all’anagrafe canina è risultato che avrebbe avuto solo pochi mesi per essere presente e impegnato nei soccorsi ad Amatrice.

Per il proprietario Fabiano Ettorre un altro colpo dopo che una prima perizia aveva escluso l’avvelenamento a vantaggio di un normale per quanto letale infarto. Successivi esami hanno stabilito che Kaos è morto per avvelenamento da metaldeide, un lumachicida, da stabilire invece il dolo, visto che Ettorre nega che il cane possa averla ingerita bazzicando gli orti.

Sul fatto che non sia mai stato ad Amatrice né a Rigopiano, Ettorre nega di averlo mai detto, piuttosto Kaos è stato a Campotosto. “Non ne ho mai parlato, sulla mia pagina Facebook non ci sono fotografie con il cane a Rigopiano o ad Amatrice. Mentre confermo la presenza a Campotosto. Mi sono ritrovato persino montaggi fotografici fatti partendo dalle mie immagini. Mi hanno messo in mezzo. Ora sto raccogliendo trasmissioni tv e articoli. Potrebbero esserci gli estremi per una denuncia, sono finito in una gogna mediatica. Quando la cosa è degenerata, ho sempre spiegato con chiarezza che si trattava semplicemente di un cane in addestramento. Questa è la realtà dei fatti”, ha spiegato al Messaggero.

Realtà dei fatti in epoca social è affermazione azzardata, quanto velocemente Kaos è diventato idolo del web, tanto morbosamente si cerca di buttarlo giù dal piedistallo. Questa ansia di enfasi a ogni costo unita alla rapidità del contagio digitale di like e adesioni trasforma anche eventi come i terremoti nel palcoscenico di chi vuol sentirsi protagonista a distanza, per procura.

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