Katia Villirillo, madre di Giuseppe Parretta, ucciso a Crotone nel centro antiviolenza Libere donne

Katia Villirillo, la mamma coraggio di Giuseppe Parretta, ucciso a Crotone nel 2018 nel centro antiviolenza Libere donne, di cui la madre è presidente.

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 24 Marzo 2022 - 22:15 OLTRE 6 MESI FA
Katia Villirillo, madre di Giuseppe Parretta, ucciso a Crotone nel centro antiviolenza Libere donne

Katia Villirillo, madre di Giuseppe Parretta, ucciso a Crotone nel centro antiviolenza Libere donne (Foto da video Youtube)

Katia Villirillo è la mamma di Giuseppe Parretta. E’ una delle donne simbolo di Crotone, e di tutta Italia. Difende i diritti delle donne, ha fondato un’associazione molta attiva sul territorio. E proprio all’interno di quel centro antiviolenza Giuseppe viene ucciso, a soli 18 anni. Ucciso da un uomo che diceva di sentirsi spiato da quella famiglia.

Giuseppe Parretta ucciso a Crotone il 13 gennaio 2018

Giuseppe Parretta, 18 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Crotone. L’omicidio è avvenuto in via Ducarne, nel centro storico della città, il pomeriggio del 13 gennaio 2018. L’autore dell’omicidio, 57 anni, era già noto alle forze dell’ordine.

Giuseppe era figlio di Katia Villirillo, presidente di Libere Donne

Giuseppe era figlio di Katia Villirillo, presidente di Libere Donne, un’associazione che si occupa di contrasto alla violenza contro le donne. Il delitto è stato commesso all’interno della sede della stessa associazione. All’origine del delitto vi sarebbero stati contrasti di vicinato con l’omicida che abita nella zona.

Il killer di Giuseppe Parretta si sentiva spiato dalla sua famiglia

Il killer riteneva di essere al centro di un “complotto”, di essere “spiato” dai vicini di casa. Giuseppe che era in casa con la mamma, Katia Villirillo,  la fidanzata, la sorella ed il fratello. Si è parato per fare scudo ai familiari e divenendo bersaglio dei colpi di pistola. La vittima è stata raggiunta al petto, alla spalla ed al fianco. 

La condanna all’ergastolo anche in secondo grado

Era capace di intendere e di volere il killer di Parretta quando, il 13 gennaio 2018, uccise a colpi di pistola il giovane nella sede dell’associazione “Libere Donne”. Con questa motivazione l’udienza di appello ha confermato la sentenza di primo grado, che aveva già condannato l’uomo all’ergastolo.

Katia Villarillo colpita da ictus in campagna elettorale

Nel 2020 Katia si è candidata per le elezioni comunali, nella lista di Antonio Manica. Durante la campagna elettorale è stata però colpita da un ictus. Anche dall’ospedale ha voluto lanciare un messaggio di speranza ai suoi concittadini: “La vostra libertà è’ una cosa santa, Crotone deve ritornare ad essere libera, deve votare come si deve. Votate secondo i vostri principi e non secondo il parente, l’amico e il nipote, il favore lo dovete fare alla coscienza che vi porta a guardare i vostri figli, e dovete fare la cosa migliore. Noi continueremo a fare campagna elettorale per portare la città verso la legalità. Io sono in ospedale, colpita da un ictus, ma tutto deve continuare, le nostre battaglie. Un abbraccio, Caterina Villirillo”. Questo il messaggio postato all’epoca su Facebook.

Katia chiede una nuova sede per il centro antiviolenza Libere Donne

Nel 2021 Katia ha chiesto alle autorità locali una nuova sede per la sua asociazione. La motivazione è che la famiglia dell’assassino del figlio risiedeva ancora in zona: “La sottoscritta Villirillo Caterina presidente dell’Associazione Libere donne di Crotone con sede in via Ducarne 35, facendo seguito all’incontro avvenuto in Questura il 03 agosto scorso alle 17.30, con la presente chiede un intervento della SS.VV. ILLMa al fine di risolvere l’annosa questione che riguarda la fruizione e l’accesso della sede della suddetta associazione”.