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Boss della camorra chiede di ascoltare musica neomelodica in carcere, no della Cassazione: esalta la criminalità

No alla musica neomelodica. Un boss della camorra non potrà ascoltare musica neomelodica in carcere. Lo hanno stabilito i giudici della Prima sezione penale della Cassazione, secondo cui quel genere musicale esalta la criminalità, respingendo il ricorso del boss, detenuto al 41bis nel carcere di Opera (Milano). Il camorrista aveva chiesto di annullare l’ordinanza con cui nel 2022 il Tribunale di Sorveglianza di Milano gli aveva negato di acquistare e detenere in carcere cd neomelodici.

Musica neomelodica “esalta la criminalità”

Secondo i magistrati, la musica neomelodica “che per sua natura racconta di contesti malavitosi e di contrapposizione anche aperta ai poteri dello Stato, si pone in contrasto con il trattamento e la rieducazione previsti dall’ordinamento penitenziario”.

La vicenda

In un primo momento, il magistrato di sorveglianza aveva dato l’ok al boss. Contro questa decisione era poi arrivato il reclamo del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, per cui – si legge su Il Giorno – “quella musica non era in linea con i valori e i modelli di comportamento che devono essere alla base del processo di risocializzazione del condannato. Da lì il nuovo provvedimento del magistrato di Sorveglianza di Milano, contro cui si era schierato il legale del detenuto”. Senza successo, perché la decisione è stata confermata dalla Suprema Corte.

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