La casa delle torture, disabili in cura presi a schiaffi e rinchiusi nella stanza “relax” VIDEO

La casa delle torture in provincia di Palermo, con i disabili trascinati a forza nella stanza chiamata “relax”, fra insulti, calci e schiaffi. Rinchiusi per ore, senza cibo e senza acqua. La residenza per disabili psichici trasformata in un incubo e divenuta una sala delle torture. E stanotte, i militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno fatto scattare un blitz. Per arrestare i responsabili di tante violenze: 17 persone, dal presidente della struttura agli operatori. In dieci sono finiti in carcere, nove sono accusati di tortura e sequestro di persona. Altri sette sono ai domiciliari.

I disabili e le torture: le intercettazioni, le urla dei pazienti

E’ drammatico quel che emerge dalle intercettazioni effettuate nella casa di cura. Nella sala “relax” gli ospiti venivano portati di peso, rinchiusi dentro e presi a calci e pugni. Poi venivano offesi: “fr**io”, urlava un operatore e dopo l’ennesimo calcio chiudeva la porta.  “Devi buttare il veleno dal cuore“, diceva un altro inserviente della struttura.

“E’ un manicomio, un lager nazista”, commentavano, non sapendo di essere intercettate, alcune operatrici del centro mentre uno dei pazienti urlava: “Dottoressa mi faccia uscire. Avevamo detto cinque minuti, si mantengono i patti, i patti si mantengono”.

Le parole degli inservienti

“Io ne ho certezza al 99% gli alzano le mani ai ragazzi, fin quando non ci sono le telecamere sta cosa noi non ce la togliamo e vedi che è un reato penale – diceva una donna al telefono -. I ragazzi erano vestiti come gli zingari, visto che non li lavavano, visto che il mangiare faceva schifo, visto che la struttura non era pulita”.

Un’altra operatrice intercettata, parlando con una delle indagate, le contestava: “20mila euro, quello di parcelle tra lui e sua moglie, 60 mila euro lui e 70mila euro l’anno sua moglie, senza che sua moglie in paese ci mettesse un piede, più tutti quello che tu hai sciupato che non vi spettavano, rimborsi chilometrici, rimborsi quando tua figlia se ne andava a Catanzaro all’università, i pannolini dei tuoi nipoti, i confetti, le autovetture”. 

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