La Cassazione: i Comuni pugliesi non devono pagare per l'acquedotto

ROMA – Non spetta alle casse dei comuni pugliesi serviti dall'Acquedotto pugliese Spa pagare le spese di manutenzione straordinaria della rete idrica e fognaria, che costituiscono il grosso dei costi per la gestione della rete idrica. Lo sottolinea la Cassazione facendo luce su questa controversa materia nella quale ha stabilito che della manutenzione straordinaria si deve far carico l'Acquedotto pugliese Spa.

Con questa decisione – contenuta nella sentenza 14143 della I Sezione Civile – la Cassazione ha dato ragione al Comune di Altamura che chiedeva la restituzione di 115 mila euro più interessi per le spese di manutenzione straordinaria della rete idrica e fognaria che gli erano stati addossati dall'acquedotto pugliese Spa che minacciava l'esecuzione esattoriale. I lavori erano stati eseguiti tra il 1991 e il 1995.

In primo grado, nel 2004, il Tribunale di Bari, Sezione di Altamura, aveva condannato l'Acquedotto pugliese Spa a restituire la somma pagata dal Comune di Altamura per la manutenzione. Nel 2007, invece, la Corte d'appello di Bari ordinò al Comune di restituire l'importo all'acquedotto pugliese ''ritenendo che gli oneri di gestione per la manutenzione della rete idrico-fognaria fossero a suo carico''.

Contro questo verdetto il Comune pugliese ha protestato in Cassazione e i Supremi giudici hanno riesaminato tutte le leggi che regolamentano i servizi idrici in Puglia, a partire da un Regio Decreto del 1919, per arrivare alla conclusione che, nonostante il susseguirsi della nuove norme, la manutenzione rimane sempre a carico dell'Ente acquedotto pugliese ora trasformato nella società per azioni Acquedotto pugliese.

Agli enti locali, ricorda la Cassazione, spettano invece le scelte e l'organizzazione per tutelare le acque dall'inquinamento. Per la ''peculiarità della controversia in ragione delle difficoltà interpretative del contesto normativo'' la Cassazione ha diviso le spese di giustizia a meta' tra il Comune e l'Acquedotto Spa al quale ha ordinato di restituire al Comune di Altamura i 115 mila euro piu' gli ''interessi legali dalla domanda al saldo''.

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