La confessione di Michele Misseri, zio assassino di Sara Scazzi: i dubbi del gip Martino Rosati

Una “ricostruzione nebulosa”. “Una confessione, per il vero, che lascia molte ombre su diversi aspetti”. L’inchiesta su Sarah Scazzi non è terminata. Anzi, potrebbe essere soltanto appena cominciata. Questo scrive su Repubblica l’inviato Giuliano Foschini, riferendo i dubbi e le riflessioni del giorno dopo.

Scrive Foschini che il gip di Taranto, Martino Rosati, nel confermare ieri il fermo di Michele Misseri per l’omicidio, l’occultamento e il vilipendio di cadavere della nipote, ha lanciato il dubbio che l’uomo stia tentando di coprire sua figlia Sabrina e sua moglie Cosima.
“Anche per questo è necessario che non parli con i familiari perché sarebbe elevatissimo il rischio di concertazione di difese posticce e fuorivianti”.
Il giudice parla di punti “non chiariti” dalla confessione. “Viene da chiedersi, si legge nelle quattro pagine di ordinanza, come mai Sarah che aveva un appuntamento con la cugina Sabrina, che era in casa, anziché cercarla sia andata nel garage dello zio. E così pure, come sia stato possibile che tanto Sabrina quanto sua madre, Cosima, che era presente in quel momento, non abbiano visto o sentito nulla nell’assolato silenzio di un pomeriggio agostano. E infine come abbia Misseri potuto fare un’azione così cruenta a pochi metri dall’uscio spalancato di un garage nel centro del paese con moglie e figlie in casa”.

Leggi l’articolo originale da: Repubblica.it

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