La Maddalena e il G8 che non c’è stato: sprechi, abbandono e distruzioni

Pubblicato il 30 Novembre 2009 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

Milioni di euro gettati al vento, danni incalcolabili tra l’indifferenza di tutti. È la storia dell’arcipelago di La Maddalena, un paradiso naturale che racchiude una sessantina tra isole e isolotti per una superficie superiore a 5.000 ettari, abitate da 6.000 anni e tutte con la loro storia da “raccontare”.

L’arcipelago è un Parco naturale ed è stato virtualmente al centro del mondo per il tempo di qualche stanziamento e inizio di lavori. Ma il 23 aprile 2009 Silvio Berlusconi cambia idea e annuncia: i grandi del G8 si riuniranno a L’Aquila. Il presidente del Consiglio tuttavia promette che «la Maddalena non sarà abbandonata, i soldi stanziati andranno comunque all’arcipelago». Come riportato già a luglio da Blitz quotidiano però, alle promesse non sembrano essere seguiti i fatti.

Intanto, la Guardia di Finanza di Olbia ha aperto un’ inchiesta sui fari di Razzoli e Santa Maria, costruzioni risalenti alla prima metà dell’Ottocento, per il recupero delle quali sono stati stanziati circa un milione di euro. La ristrutturazione non è però mai iniziata. La più recente storia di sprechi e perdita di denaro pubblico riguarda le strutture che ospitavano il villaggio degli americani della Marina degli Stati Uniti.

Da quando la Us Navy ha trasferito la base appoggio per sottomarini a propulsione e armamento nucleare a Santo Stefano dal 1972 al 2008, tutte le strutture sono state abbandonate e i locali, tra i quali spazi scolastici, parco giochi per bambini, palestra e uffici, sono stati danneggiati dai vandali. Tutte le luci, però, sono perennemente accese da quando gli americani sono andati via. Come racconta a “La Stampa” di oggi 30 novembre il consigliere del centrodestra Francesco Baldanziello che qui sta all’opposizione, la luce accesa a giorno serve solo ai vandali e ai ladri che grazie alla luce scelgono meglio che cosa rubare.

Problemi anche con la trasformazione dell’ex arsenale a struttura per ospitare il G8 poi trasferito all’Aquila. Molti reperti sarebbero finiti oltre Tirreno o al macero. Nell’isola di Spargi, con un fondale ricco di relitti di navi romane, il Ministero dell’Ambiente qualche anno fa ha ristrutturato parte delle abitazioni militari (spendendo circa un milione di euro), arredate di tutto punto, ma da molti anni le case sono state lasciate al proprio destino e in mano a vandali.

Nell’isola di Santo Stefano ci sono alcune fortezze e nel 1999 la Comunità Europea ha stanziato circa 800 milioni di lire per risistemare la Torre Quadrata, dove nel 1793 Napoleone Bonaparte piazzò una batteria di cannoni da campagna nel tentativo, fallito, di conquistare l’arcipelago. Da allora, nonostante a un centinaio di metri vi sia un villaggio turistico, la Torre è oggetto di atti vandalici e furti.

Stesso discorso per il Forte San Giorgio mentre dopo la ristrutturazione, il Forte dei Colmi, utilizzato per manifestazioni canore e teatrali, ha perso le lastre originali di granito sardo, sostituite da granito arrivato dalla Cina. Ma si può dire che tutte le batterie e le fortezze sono state depredate. Non si salva neanche Caprera, nonostante la presenza del sacrario garibaldino.

Tra orto botanico, mai portato a termine (300 mila euro), e parco fotovoltaico (oltre 200 mila euro), danno e spreco sono più evidenti. Nell’isola della Maddalena non si è salvata neanche Villa Weber, che ospitò Mussolini prigioniero dal 7 al 27 agosto 1943, presenta crepe ed è in stato di degrado.

Al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione Autonoma della Sardegna sono state inviate molte segnalazioni sulla perdita di un patrimonio di architettura militare e civile, ma finora nessuno è intervenuto.