La preside e lo studente del liceo Montale di Roma: niente chat, niente storia, niente di niente

Oggi è al suo posto di lavoro come sempre, ovvero la stanza della presidenza del Liceo Montale di Roma finito nella bufera per una presunta relazione tra la preside e uno studente 19enne. In realtà non c’è mai stata una relazione e soprattutto non ci sono mai state le chat tra preside e studente. L’Ufficio scolastico regionale del Lazio, dopo un’ispezione, ha deciso che nell’istituto romano “non c’è stata nessuna violazione del codice disciplinare”. E dunque non scatterà nessun provvedimento nei confronti della preside. L’ispezione nel liceo è arrivata in seguito alle segnalazioni della presunta liaison e una vera e propria bufera mediatica sulla preside.

Il racconto della preside del liceo Montale

“È la fine di un’angoscia mai provata. Sono stata processata senza appello da un tribunale mediatico senza morale né scrupoli – dice la dirigente saputo l’esito della verifica -. Auspico che la mia vicenda sia di esempio: non bisogna mai cedere davanti alla diffamazione, alla prepotenza e alla crudeltà”. E annuncia che chiederà “conto di accertare tutte le responsabilità civili e penali del mio caso”. La dirigente dunque, all’esito delle verifiche degli ispettori, non ha violato nessuna delle norme del codice disciplinare e non sarà passibile di nessun provvedimento. Del resto la stessa dirigente nei giorni caldi della polemica aveva smentito la sussistenza delle accuse rivoltele.

Lo studente, stando alle ricostruzioni, aveva confidato a compagni di scuola e ad alcuni collaboratori della preside di avere avuto un fugace flirt con la dirigente. Una voce propagatasi come un incendio e finita sui muri della scuola con scritte contro la donna, ‘La laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente’, per poi approdare per giorni sui giornali. Secondo indiscrezioni il 19enne non avrebbe consegnato agli ispettori le chat. Chat che alcuni suoi compagni precisarono di non ricordare.

Niente storia, niente di niente

La preside in alcune interviste negò subito tutto. “Non so cosa sia passato nella mente di questo ragazzo, non so spiegarlo. Tra noi non c’è stata mai nessuna relazione sentimentale”, disse ricostruendo “le chiacchiere iniziate a correre mentre ero a casa malata di Covid”. “Ma dopo le scritte intimidatorie al liceo, ‘Il Montale sa’ e accanto il disegno di un occhio, ho capito che ce l’avevano con me”, disse la dirigente adombrando sullo sfondo una vendetta professionale per dissapori con alcuni collaboratori, in particolare il vicepreside. Si è consumata invece – per dirla con le parole dell’avvocato della preside Alessandro Tomassetti- “una caccia alle streghe, una gogna mediatica”.

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