Riviera degli scandali: Scajola – Caltagirone nel mirino

di Franco Manzitti
Pubblicato il 28 Gennaio 2011 - 07:50 OLTRE 6 MESI FA

Il consiglio comunale di Bordighera lo stanno per sciogliere, dopo rimpasti e dimissioni, per “connivenze” o vicinanze sospette dei pubblici amministratori con elementi malavitosi. Foto e video immortalano la presenza dei locali boss accanto a deputati, sindaci, assessori, magari all’inaugurazione di un porticciolo o a quella più modesta di un autosalone. Ma questa è la dolce Bordighera, riservata tra le palme e i giardini incantati delle vecchie ville belle epoque, che ora si sta incendiando perchè cosa vuole la malavita, formicolante a venti chilometri dalla Costa Azzurra, se non l’apertura di un paio di case da gioco, casinò che il governo ha promesso da tempo in un piano di rilancio dell’azzardo ovviamente con le nuove tendenze: meno roulettes, chemin de fer, trentequarante e più golden poker e altre smazzate più in voga, come insegnano i Casinò francesi.

Tutto questo però è l’antipasto di quanto, scoperchiato il pentolone, sta emergendo nelle città chiave dell’ex feudo scajolano, Imperia e Sanremo, alla vigilia di quel Festival di Sanremo che sta già accendendo i riflettori sul teatro Ariston, laggiù in fondo a quel Corso Matteotti con passiera rossa sull’asfalto e chiusura al traffico, dove sculetteranno la chiaccherata Belen Rodriguez e l’ermetica Elisabetta Canalis, annunciate in arrivo a far da vallette al sempreverde Gianni Morandi, ma senza George Clooney.

Imperia vive quasi sotto una permanente scossa tellurica che le due inchieste concentriche della Procura locale e di quella di Torino stanno perpetuando da mesi. Il colpo ad effetto l’ha inferto proprio Giancarlo Caselli, che è piombato in carne ed ossa con quattro sostituti per arrestare l’autista del presidente del Tribunale, Valerio Boccalatte, sessantacinque anni, una carriera da tranquillo magistrato, già presidente del Tribunale della ben più tentacolare Sanremo, perfino in odore di candidatura alle elezioni comunali della Città dei fiori, otto anni fa, nelle fila di una lista civica-progressista. L’autista fedifrago è accusato di avere usato il suo ruolo di vicinanza al presidente per promettere vantaggi giudiziari a personaggi della mala organizzata. E il povero Boccalatte è indagato per concorso in questi abusi. Tutto ciò ha mandato in onda la scena madre, mai vista anche a queste latitudini, di un presidente di Tribunale sotto il torchio per dieci ore di uno dei Procuratori più noti in Italia.

Caselli non ha schiodato da Imperia per una settimana intera. Il presidente del Tribunale si è messo in ferie e ora tutti si chiedono dove porta questa pista assolutamente inattesa, ma che fa uscire allo scoperto un altro aspetto della presenza malavitosa in Riviera: la vicinanza al potere giudiziario, magari non allo sventurato presidente, che non sapeva nulla, ma ai suoi guardaspalle. D’altra parte la pressione di chi appicca i “cento fuochi” lungo la costa, seminando le bombe e gli incendi in quegli angoli di paradiso che corrono da Bordighera fino a Imperia, lungo quella strada Aurelia resa celebre dalla Milano-Sanremo ciclistica, sta aumentando geometricamente. Ci sono troppi affari appetitosi, troppi appalti intorno a quella striscia di terra tra il mare, la collina e, subito alle spalle, le Alpi Marittime. Grandi insediamenti turistici, appunto porticcioli, tangenziali, svincoli e alternative alla Autostrada dei Fiori e il grande affare dello spostamento a monte della linea ferroviaria, che, come nel Far West americano, correva interamente su un unico binario lungo costa e che si sta spostando fuori dai paesi e dalle città su più binari, liberando dalla prigionia di ferro i centri urbani, favorendo quindi succulente speculazioni edilizie, commerciali.