Non c’è fine al dolore di Sabina Laurino, la pasionaria delle vedove Thyssen che nel rogo perse il marito, Angelo. Perchè il risarcimento da 600 mila euro che certo non ha lenito la sua sofferenza, le ha anche procurato un fastidioso spasimante, che col tempo (e dopo averle spillato ben 10 mila euro) si è trasformato in un vero e proprio persecutore.
Sono sei, infatti, le denunce per stalking che Sabina ha presentato contro il benzinaio Gaetano Spinapollice dopo mesi di insulti, telefonate, sms con minacce e ricatti. Ma anche lesioni, confermate da un referto ospedaliero, danneggiamenti all’automobile e alla porta di casa che hanno spinto la donna a traslocare in un luogo sconosciuto.
«Era solo interessato ai miei soldi» dice lei con amarezza, ricordando quei 10 mila euro prestati all’ex partner «perché aveva problemi economici con il distributore». Lui aveva promesso che glieli avrebbe restituiti, ma quando ha ritrattato tutto lei si è resa conto di quale fosse il suo obiettivo. Così, a marzo, l’ha lasciato e sono cominciate le molestie. Che lui, però, nega: «Sabina straparla, innanzitutto i 10 mila euro non me li ha prestati, ma regalati per le mie prestazioni sessuali», e poi «io non l’ho picchiata, è lei che ha sbattuto contro la portiera dell’auto e poi è caduta a terra: ho fatto una controquerela per spiegarlo. Quanto agli insulti, mi spiace se l’ho turbata. Ero fuori di me. Ma se le ho scritto o detto certe cose l’ho fatto solo per amore».
Un “amore” che l’avrebbe addirittura spinto a offendere i figli della donna, per cui Sabina ora teme: «Un giorno ha insultato persino mia figlia, appena adolescente. “Sei più tr…. di tua madre” le ha urlato al cellulare. Meno male che quella telefonata è registrata, come registrati sono tutti gli sms che mi ha spedito. Ho dato tutto ai poliziotti del commissariato di Madonna di Campagna. Per sei volte sono andata a sporgere denuncia, l’ultima l’8 agosto. Ho una paura tremenda. Di più, ho il terrore che possa succedere qualcosa a me o ai miei due figli».