La zanzara giapponese in Italia: più grande e più molesta di quella tigre, punge anche di giorno

In Italia si sta diffondendo una nuova specie di zanzara, la “giapponese“, che appare più aggressiva e resistente della zanzara tigre. La sua invasione è iniziata in Friuli. La Repubblica ha interpellato alcuni esperti per avere qualche delucidazione sulle abitudini di questo insetto.

Zanzara giapponese più aggressiva della tigre

“La zanzara giapponese (Aedes japonicus) nasce nei boschi, ma in Europa e da noi la troviamo nelle città e persino nei piccoli centri immersi nella natura”, ha detto il dottor Fabrizio Montarsi interpellato da La Repubblica, responsabile del laboratorio di parassitologia dell’Istituto zooprofilattico di Padova. Assomiglia alla zanzara tigre, ma è più grossa e più aggressiva. Ha la caratteristica di pungere anche lei durante le ore diurne, ed è particolarmente aggressiva e molesta.

Secondo Annapaola Rizzoli, medico veterinario della Fondazione Edmund Mach, uno dei rischi è che l’insetto possa trasmigrare verso la parte occidentale del Nord Italia. “La sua capacità di insediarsi in nuovi territori è dovuta anche alla sua “notevole resistenza alle lunghe distanze e alla capacità di svilupparsi in una serie di contenitori naturali e artificiali in cui ci sia ristagno d’acqua”.

L’insetto ha le caratteristiche di un invasore, come dimostrato dalle ricerche scientifiche: “Si tratta della terza specie più invasiva al mondo tra le zanzare – precisa Rizzoli – ed è nella top cento di tutte quelle più invasive”.

Quali i rischi per la salute dell’uomo

A preoccupare gli esperti sono le possibili malattie, come Dengue, Chikungunya e West Nile Disease, che potrebbe diffondere la zanzara giapponese nutrendosi di sangue umano. Montarsi ha precisato: “Un’altra delle conseguenze sarebbe la cefalea giapponese, ma in Europa finora non abbiamo riscontrato alcun caso. Perché il virus venga trasmesso occorre infatti che ci siano l’insetto, il virus e lo stesso identico ambiente in cui questa trasmissione è possibile, tipicamente quello del Sudest asiatico”.

Rizzoli ha spiegato che per evitare una vera e propria invasione, è necessario adottare alcune pratiche per prevenirne la proliferazione: “Il successo dell’invasione della zanzara giapponese – osserva Rizzoli – è dovuto anche alla sua notevole resistenza alle lunghe distanze e alla capacità di svilupparsi in una serie di contenitori naturali e artificiali in cui ci sia ristagno d’acqua. Non lasciare aperti i contenitori che possono colmarsi di acqua, non accatastare materiali, usare le reti antizanzare, vuotare e capovolgere gli annaffiatoi, mantenere pulite le aree in cui si vive”.

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