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Lacchiarella, abusi su bambina in ambulanza. I colleghi del volontario: “Non può essere”

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Lacchiarella, abusi su bambina in ambulanza. I colleghi del volontario: “Non può essere”

BINASCO (MILANO) – C’è incredulità e sdegno tra i volontari della Croce Bianca Binasco (Milano) colleghi dell’uomo arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una bambina di 10 anni questi aveva soccorso in ambulanza.

Interpellati da Francesca Grillo per Il Giorno, gli altri volontari parlano di un “uomo buono”, una “brava persona”, uno “io amorevole, marito attento, padre presente”. Che però adesso si sarebbe tramutato nell'”orco di Lacchiarella”, il paese dove vive, poco distante dalla sede dell’associazione dove faceva il volontario.

A dirsi “sconvolti”, scrive Il Giorno, sono gli stessi vertici della Croce Bianca:  

“Siamo senza parole – ripetono – un fatto agghiacciante”. Si riferiscono a quello che è accaduto il 13 dicembre, quando il volontario della Croce Bianca di Binasco è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Milano. L’accusa: violenza sessuale aggravata su minore. La minore è una bambina di 10 anni. La ricostruzione è da incubo: intorno alle 22:30 la mamma chiama il 118 per portare la figlia in ospedale, a causa di una febbre alta. Sull’ambulanza, il 50enne avrebbe toccato la piccola sul petto e nelle parti intime, nascondendo la mano sotto una cartellina. La mamma, che aveva già notato un atteggiamento troppo affettuoso del volontario, appena arriva all’ospedale San Paolo di Milano chiama i carabinieri che, dopo gli accertamenti, arrestano l’uomo. La Croce Bianca di Binasco è ancora sotto choc.

I volontari, colleghi dell’indagato, non ci credono:

Non può essere vero – sottolineano – non può essere andata così. È una persona generosa, fa il volontario da vent’anni. E poi, fare una cosa così atroce su un’ambulanza, con lo spazio ristretto che c’è, con la madre lì e i colleghi: bisogna essere pazzi, e lui pazzo non lo è”.

(…) “Magari la madre ha frainteso”, ipotizza qualcuno. Che quelle carezze sopra il pigiama fossero solo gesti per tranquillizzare la piccola, per rilevare i parametri. E anche il collega a bordo dell’ambulanza, sentito dai carabinieri, “magari ha equivocato”, dice chi lo conosce, chi lo difende. L’uomo, intanto, si dice innocente, «ha smesso anche di parlare, chiuso in se stesso».

Intanto, il volontario modello diventato improvvisamente “un mostro” resta nel carcere di San Vittore.

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