Lampedusa, centinaia di cadaveri e altri 250 che non si troveranno più

Il naufragio a Lampedusa
Il naufragio a Lampedusa (foto Ansa)

LAMPEDUSA – Centinaia di  cadaveri sull’isola e altri 250 che non si troveranno più. E’ il bilancio, ancora provvisorio, del naufragio e dell’incendio avvenuto sul barcone di migranti a poche miglia da Lampedusa. 

Poi c’è il fondo del barcone che secondo chi sta ancora soccorrendo nella speranza sempre più flebile di trovare qualcuno in vita è una gigantesca bara su cui sono adagiati decine di corpi, forse un centinaio.

I superstiti, al momento, sono appena 155 sulle circa 500 persone che affollavano il barcone al momento dell’incidente.  All’appello mancherebbero  dunque circa 250 dispersi, anche se non ci sono conferme ufficiali su questo numero. Certo, a così tante ore dall’incidente è difficile immaginare che siano tanti i dispersi ancora in vita. Intanto i corpi recuperati delle vittime salgono a 110 nella sera del 3 ottobre.

I corpi delle vittime, man mano venivano recuperati, che sono stati adagiati sulla banchina del porto, diventata una specie di obitorio a cielo aperto. Poi verranno trasferiti nell’hangar dell’aeroporto.

Un uomo è stato fermato, con l’accusa di essere il presunto scafista. Oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina la Procura di Agrigento ipotizza anche il reato di omicidio plurimo. 

Immediate le reazioni del mondo politico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto che vengano presidiate le coste straniere per impedire altri massacri simili. “Vergogna”, è stata la dura presa di posizione di Papa Francesco che su Twitter ha pregato e chiesto di pregare per le vittime. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, interrotte le attività di partito, è immediatamente partito per Lampedusa e venerdì 4 ottobre riferirà alle Camere.

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