Lampedusa, continuano gli sbarchi. “Non sappiamo più dove metterli”

Pubblicato il 15 Marzo 2011 - 15:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il centro di accoglienza di Lampedusa è stracolmo di migranti: ce ne sono oltre 2800, mentre il centro ne potrebbe accogliere al massimo 800.

Ad aggravare la situazione c’è il mancato arrivo della nave della Siremar da Porto Empedocle. E senza quel traghetto non sarà possibile il trasferimento via mare degli immigrati, mentre i ponti aerei possono far viaggiare una quantità di extracomunitari irrisoria rispetto al numero di persone presenti nel centro di accoglienza.

Alla fine di è deciso di sospendere gli ingressi nella struttura e di alloggiare gli stranieri in altri edifici. Duecento persone andranno in locali dell’Area marina protetta, messi a disposizione da Legambiente, ente gestore della riserva, mentre altri 200 saranno ospiti della “Casa della fraternità” della parrocchia di Lampedusa.

Sono stati tre gli sbarchi di migranti nella prima mattinata di oggi, 15 marzo, sull’isola e un altro barcone è in arrivo. Nel pomeriggio un altro centinaio di immigrati è sbarcati al porto di Lampedusa, soccorsi da una motovedetta della Guardia Costiera. I 106 migranti, tutti uomini, si trovavano a bordo di un’imbarcazione avvistata questa mattina a una trentina di miglia dalla costa dell’isola.

Il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, ha detto che anche “il residence degli Aranci – la struttura fino a poco tempo fa utilizzata dai militari Usa di stanza a Sigonella e ora destinata a diventare un Cara (Centro d’accoglienza per richiedenti asilo) per circa duemila stranieri – non è ancora operativo e non sappiamo quando lo sarà. Mi auguro che ci avvertano almeno 24 ore prima”.

Ieri i, 14 marzo, quindici sindaci dell’area sono stati convocati nella prefettura di Catania, insieme al presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, ”e soltanto durante l’incontro – spiega Castania – abbiamo ricevuto una bozza, alquanto generica, su un’ipotesi di accordo con il governo per quanto riguarda il tema della sicurezza. Abbiamo bisogno di tempo per valutare il documento, il quale traccia linee generali che vanno riempite di contenuti. Secondo noi i trasferimenti dovrebbero iniziare solo dopo aver raggiunto un accordo, e cioe’ non prima della prossima settimana”. Ma secondo alcune voci, i migranti potrebbero già arrivare tra domani e giovedì. Nel centro dovrebbero essere trasferiti i richiedenti asilo attualmente ospitati nei Cara di tutt’Italia. I lavori a Mineo sono cominciati una settimana fa, ”ma dal week-end – conclude il sindaco – l’attività va a rilento”.

Il sindaco dell’isola siciliana, Dino De Rubeis, non nasconde i suoi timori: “Sono preoccupato – ha detto al Corriere della Sera – perché la soluzione non è certo quella che l’isola diventi un centro di accoglienza a cielo aperto. Ho parlato con il ministro Maroni e mi ha assicurato che saranno potenziati i voli per i trasferimenti degli immigrati. Per il momento, però, ne sono stati previsti soltanto due”.

L’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio parla di un'”emergenza che ci fa constatare che l’allarme lanciato da Maroni è ben fondato”. C’è ”un rischio di invasione, un rischio di terrorismo, ha detto. nel corso di una conferenza stampa organizzata insieme all’eurodeputata francese Marine Le Pen presso la sede del Parlamento Ue a Roma. ”Io rispetto quello che Napolitano ha detto sul fatto che non ci debbano essere allarmismi” riguardo al flusso di migranti dalla Libia. ”Napolitano è un galantuomo, una figura importante che tutti devono rispettare ma è importante che ora si distingua tra allarme e allarmismo. Quello di Maroni è un allarme e quanto affermato da Gheddafi conferma questi rischi. Ben venga chi non si nasconde dietro falsi buonismi e ipocrisie. Ma questo non è ovviamente il caso del presidente della Repubblica”, ha quindi sottolineato Borghezio. Sul ruolo di Bruxelles, l’eurodeputato ha invece osservato che ”occorre dare una sveglia all’Ue che è una bella addormentata” e ”che ci propina solo frasi generiche sull’aiuto umanitario”.

Marine Le Pen, leader francese del nazionalista Fronte Nazionale, che ieri, 14 marzo, ha visitato il centro di Lampedusa, ha detto che “respingere navi in condizioni di sicurezza prima che tocchino le acque territoriali è l’unica soluzione. Il respingimento di navi lo si potrebbe anche fare con l’ausilio della Marina italiana e francese”, ha quindi spiegato Le Pen sottolineando che ”l’Unione Europea non è in grado di mettere delle ‘dighe”’ contro i flussi ”malgrado ciò che dice Barroso. Non bisogna basarsi solo sull’Ue, ogni paese deve assumersi le proprie responsabilità”.

Pietro Marcenaro (Pd), presidente della Commissione per i diritti umani del Senato, ha chiesto al ministro degli Interni Roberto Maroni di ”riferire immediatamente in Senato sulla situazione e sui suoi sviluppi”. ”Le notizie drammatiche e allarmanti, ha detto, circa il flusso di richiedenti asilo e di migranti diretti in Italia dalle coste tunisine e libiche richiedono che il Parlamento sia tempestivamente informato”.

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