Latina, aste fallimentari truccate: 8 arresti, anche giudice Antonio Lollo

Latina, arrestati giudice e cancelliere per corruzione, concussione e falso
Latina, arrestati giudice e cancelliere per corruzione, concussione e falso

LATINA – Il giudice di Latina Antonio e la cancelliera Rita Sacchetti sono tra gli 8 arrestati il 20 marzo nell’ambito di una inchiesta su aste truccate al tribunale fallimentare. Le accuse a vario titolo sono di corruzione in atti giudiziari, concussione, turbativa d’asta e falso.

Tra gli arrestati, 4 in regime di detenzione in carcere e 4 ai domiciliari, ci sono un magistrato e un cancelliere in servizio presso il tribunale di Latina, alcuni professionisti e un sottufficiale della Guardia di Finanza, scrive Michele Marangon sul Corriere della Sera:

“Carcere per il giudice della fallimentare Antonio Lollo, per il consulente del tribunale Vittorio Genco, per i commercialisti Marco Viola e Massimo G. (quest’ultimo non ancora raggiunto formalmente dalla polizia).

Ai domiciliari la cancelliera Rita Sacchetti, l’imprenditore calabrese Luca Granato, un maresciallo della guardia di Finanza e la moglie di Lollo, Antonia Lusena. Indagata per riciclaggio, e in odore di arresto, anche la suocera del giudice”.

Le accuse, spiega a Marangon la questura di Latina, sono di corruzione:

“«I reati contestati vanno dalla corruzione, alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione, all’induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità, alla turbativa d’asta, al falso ed alla rivelazione di segreto nonché all’accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale. Le indagini – spiega la nota – coordinate dalle autorità giudiziarie del capoluogo pontino ed umbro, erano state avviate in seguito ad una denuncia presentata presso la procura della Repubblica di Latina, in cui si prospettavano fatti di bancarotta nell’ambito di un concordato preventivo. Ben presto lo sviluppo dell’attività investigativa, delegata alla squadra Mobile di Latina, ha portato alla luce un consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal giudice nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso»”.

Gli inquirenti poi avrebbero rilevato diversi illeciti, scrive il Corriere della Sera,

“volti ad influenzare il corretto svolgimento delle aste disposte dal tribunale di Latina per la vendita di beni oggetto di liquidazione nelle procedure concorsuali. Nel corso delle indagini sono stati accertati molteplici accessi abusivi al sistema informatico del registro generale della Procura della Repubblica di Latina, al fine di consentire ad alcuni soggetti sottoposti ad indagine di poter eludere le attività investigative a loro carico, attraverso la conoscenza di dati coperti da segreto istruttorio. Presto saranno disposti anche sequestri patrimoniali a carico dei soggetti arrestati”.

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