Latouche No Tav: 'L'Alta Velocità non serve'

GENOVA, 6 LUG – ''Rilocalizzare la produzione, prima di tutto l'agricoltura, e per questo non serve la Tav in Val di Susa''. Cosi' si e' espresso il filosofo della decrescita, Serge Latouche, ad un incontro della Cgil e della cooperativa ecosolidale Fair a Genova. ''Questi grandi progetti servono per far viaggiare le merci – ha detto Latouche – ma e' necessario proprio il contrario, consumare meglio e realizzare l'autonomia alimentare''.

''Ogni giorno – ha proseguito l'economista – 8 mila camion vanno dall'Italia alla Francia e viceversa per portare l'acqua San Pellegrino da un lato e l'acqua Evian dall'altro… E nel 2020 non ci sara' piu' petrolio per far camminare i camion''.

Secondo l'economista, ''un altro mondo e' possibile, e si puo' costruire con la decrescita, che e' gia' un programma politico. Occorre capire se vogliamo farlo o no'', ha aggiunto Latouche, che, tra richiami a Spinoza, Keynes, Smith e frequenti punzecchiature a Berlusconi e al berlusconismo, ha snocciolato le cifre della ''catastrofe'': dai due ai cinque gradi di temperatura in piu' sulla terra a fine secolo ''all'impronta ecologica insostenibile'', alla sperequazione sociale ''con una oligarchia avida e interi popoli schiacciati''.

E il capitalismo che spinge perche' i consumi aumentino ancora. Di fronte a questo scenario, per Latouche, due sono le opzioni: ''o si imbocca una decrescita conviviale oppure si insediera' un fascismo terribile che sacrifichera' nove uomini perche' uno possa continuare l'attuale stile di vita''.

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