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Laudati: “Bruciata l’intercettazione del secolo su Berlusconi”

di Alberto Francavilla |7 Ottobre 2011 19:42

Antonio Laudati (Foto Lapresse)

ROMA – Nell’inchiesta su Gianpaolo Tarantini a Bari sono stati commessi gravi errori. Talmente gravi che gli inquirenti si sono bruciati “l’intercettazione del secolo di Tarantini su Berlusconi”. Lo ha detto il procuratore di Bari Antonio Laudati, che secondo le accuse del pubblico ministero Scelsi avrebbe volutamente ritardato la conclusione dell’inchiesta su Tarantini per evitare l’uscita delle intercettazioni “bomba” che riguardavano il premier. Un comportamento al vaglio della procura di Lecce e del Csm. Proprio davanti al Consiglio superiore della magistratura Laudati ha dato la sue versione dell’inchiesta barese.

Il procuratore ricorda come un grave errore la perquisizione nella casa dell’imprenditore che ”bruciò” ”l’intercettazione del secolo”, quella di ”Tarantini su Berlusconi”.

La perquisizione venne fatta a casa di Tarantini e alla Tecno Hospital per acquisire i libri contabili dell’impresa. E, a seguito di quest’atto, ”quella mattina Tarantini ha fatto un sms e l’intercettazione è stata bruciata”, ha raccontato il procuratore. E ai consiglieri del Csm ha fatto capire la portata dell’errore dei pm baresi con un paragone: ”E’ come se avessi l’indagine sul narcotraffico più importante al mondo, sto per prendere 400 tonnellate di cocaina e vado a fare a casa del narcotrafficante intercettato una perquisizione per acquisire il riscontro della contravvenzione stradale perché è passato con il semaforo rosso”.

Raccontando degli ”errori gravi che erano stati commessi nella conduzione delle indagini”, il procuratore ha riferito di averli voluti ”coprire” ”per consentire a delle indagini importantissime a cui tutta l’Italia presta attenzione di andare avanti”.

Laudati è stato accusato di aver ritardato la chiusura delle indagini per fare, sostanzialmente, un favore a Berlusconi. “E’ un uomo di Alfano”, le parole di Giuseppe Scelsi. Ma lui replica così: ”Sono stato nominato da Prodi” e quando ”è arrivato Alfano … siccome non condivido l’opinione del centro-destra sulla giustizia… ho fatto una domanda di trasferimento”.

Il magistrato critica anche come a Napoli hanno condotto l’inchiesta per estorsione ai danni di Berlusconi. In particolare la scelta di concedere gli arresti domiciliari a Tarantini a Roma: ”Mi sembrano gli arresti domiciliari di Panariello”, ”la pubblicità della Wind con i domestici”, è il commento con un collega.

Era un ”provvedimento che non avevo mai letto prima in vita mia”, ha detto Laudati, non solo perché gli arresti domiciliari non erano a casa di Tarantini (”lui abita a Giovinazzo”), ma anche perché c’era scritto: ”con facoltà di frequentazione della casa, degli ospiti…’ perché lui era ospite in quella casa… ‘dei domestici e dei sanitari’ perché lui era un cocainomane e poteva avere crisi di astinenza”. ”Onestamente mi sembrò strano, però non ho fatto nessuna valutazione e non ho mai parlato con il gip”, ha aggiunto il procuratore.

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