Laura Fasano, vicedirettore del Giorno: “Suicidi gay, colpa dei gay pride”

Laura Fasano
Laura Fasano

ROMA – Un ragazzo che si uccide a 21 anni perché gay. O meglio, perché incapace di sostenere i giudizi, le cattiverie, le dicerie. Una storia, quella di Simone, il ragazzo suicida a Roma, che ha suscitato molte riflessioni sui giornali, tra cui quella del vicedirettore del Giorno, Laura Fasano. Che si distingue per una teoria originale: la colpa è soprattutto dei gay pride, che danno un cattivo esempio di ciò che significa essere gay.

Laura Fasano scrive sul suo blog sul sito del Giorno in risposta alla riflessione di un lettore, Guglielmo, che scrive:

Io non sono omofobo e considero minorati quelli che lo sono. Detto questo, credo serenamente che il gesto del ragazzo di Roma abbia motivazioni molto più profonde. È come quando si dice che un ragazzo si suicida per un brutto voto: sono motivi più gravi, sono “pretesti” , in senso psicologico, di problemi più grossi e molto personali.

Ed ecco la risposta di Fasano:

LEGGERE certe notizie però fa venire una rabbia incontenibile. Come può un ragazzo di 21 anni uccidersi perché gay? Colpa della società in generale e delle famiglie in particolare. Colpa degli educatori e dei sacerdoti di qualsiasi religione che non sanno aiutare. La responsabilità principale però ce l’hanno i gay pride che con le loro pagliacciate credono di rivendicare libertà e diritto, invece danno il cattivo esempio di cosa deve essere il gay. Detto ciò è giusto “approfittare” del suicidio di un ragazzo per avviare un dibattito sociologico o psicologico su un tema dove peraltro non sembrano esservi certezze? No, non lo è. Perché la morte di quel giovane è troppo drammatica e particolare per affondare nel mare anonimo delle statistiche e dei luoghi comuni.

I commenti al post della Fasano sono piuttosto risentiti, come quello di Lucy Van Pelt:

Mi chiedo se la signora Fasano accetterebbe da un gay la frase seguente a proposito del femminicidio: “La responsabilità principale però ce l’hanno le “senonoraquandiste” che con le loro pagliacciate credono di rivendicare libertà e diritto, invece danno il cattivo esempio di cosa deve essere una donna.” Perchè vede: lei è liberissima di ritenere il gay pride una pagliacciata, ma la serbi come un’opinione e non si riservi il diritto di sapere come deve o non deve “essere il gay” Questo ragazzo è morto per gridare il dolore di chi si sentiva sempre giudicato.

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