ROMA, 6 SET – Il premier Silvio Berlusconi sapeva che i soldi da lui destinati a Giampaolo Tarantini erano stati in parte trattenuti da Valter Lavitola. Lo afferma lo stesso Lavitola in un lungo comunicato, nel quale scrive che il presidente del Consiglio gli ha detto di aver ''fatto bene''. Il direttore dell'Avanti – di cui e' stato chiesto l'arresto, ma che si trova all'estero – afferma che ''l'unica volta'' che ha ''fortemente voluto'' portare Tarantini e la moglie Nicla da Berlusconi ''e' stato lo scorso 9 agosto'' quando ha ''voluto chiarire davanti al Presidente la questione dei '500 mila euro mancanti' postami da Giampaolo''. Soldi, secondo Lavitola, con cui Tarantini avrebbe dovuto avviare una attivita' imprenditoriale.
Della questione (Lavitola, secondo la procura di Napoli, avrebbe trattenuto 400 mila euro del mezzo milione fattogli avere da Berlusconi) Tarantini gli chiede conto con una telefonata del 17 luglio alle 15.43 argentine. Dalla stessa utenza argentina ''chiamo il Presidente – scrive Lavitola – sulla sua utenza di Arcore alle ore 16.38''. ''La telefonata con il Presidente e' durata sino alle ore 16.47''. Una telefonata finalizzata a ''chiarire la questione con chi aveva disposto gli aiuti delegandomi con estrema fiducia''. ''Come al solito – scrive il giornalista nella nota – il Presidente e' stato molto cortese e mi ha confermato di aver fatto bene a non mettere a disposizione la somma prima dell'avvio concreto del piano industriale, perche' anch'egli credeva che la somma sarebbe potuta essere dal Tarantini consumata e non investita (va specificato che ho notato da parte di Berlusconi un atteggiamento realmente paterno nei confronti di quella famiglia). Non riesco a capire pero' il perche' questa intercettazione – che di certo e' stata eseguita – non sia stata riportata'' nell'ordinanza di custodia cautelare. Lavitola – che spiega di aver riferito del colloquio avuto con Berlusconi a Tarantini – aggiunge: ''comunque, non avrei mai avuto bisogno di rischiare di compromettere la fiducia del Presidente 'facendo la cresta'. So con certezza che qualora avessi avuto necessita' finanziarie mi avrebbe aiutato, come in passato ha fatto sostenendo l'Avanti!''. Dunque, ''siccome tenevo al concetto di serieta' e di correttezza che Nicla e Giampaolo si erano formati su di me, ho chiesto ed ottenuto l'incontro del 9 agosto 2011, nella certezza che tutto sarebbe stato chiarito alla presenza dei soggetti interessati. In quella occasione ricordo che, dopo aver chiarito, il Tarantini apparve rasserenato anche in prospettiva dell'imminente periodo di vacanza in compagnia. La riserva della somma per lo svolgimento di una futura attivita' imprenditoriale fu compiuta in piena trasparenza e comunque le somme furono nel tempo girate al Tarantini per le sue inesauribili esigenza di cassa. Infatti – aggiunge Lavitola – avevo destinato all'attivita' imprenditoriale che Giampaolo aveva in animo di avviare all'estero, la somma riveniente dalla cessione (che e' in corso) di un peschereccio in Brasile. Somma che il Presidente ovviamente mi avrebbe rimborsato. L'unico sistema che avevo, infatti, per dare dei contanti ai Tarantini era di utilizzare le somme che mi metteva a disposizione il Presidente''.