Lavitola, per il Riesame è "depositario di punti oscuri della vicenda escort"

BARI, 8 FEB – Il faccendiere-latitante Valter Lavitola va arrestato e condotto in carcere perche' nei suoi confronti ricorrono il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione di reati analoghi a quelli contestati: l'induzione a mentire all'autorita' giudiziaria. Lo scrive il tribunale del Riesame di Bari nelle 43 pagine del provvedimento con cui ha respinto l'istanza del difensore di Lavitola che chiedeva l'annullamento del provvedimento restrittivo emesso dal gip di Bari a carico dell'ex direttore dell'Avanti.

Lavitola e' accusato, su istigazione dell'allora capo del governo Silvio Berlusconi, di aver indotto Gianpaolo Tarantini a rendere dichiarazioni false alla procura di Bari nel procedimento relativo alle escort che l'imprenditore barese ha portato negli anni scorsi nelle residenze del premier. Secondo quanto ha sempre sostenuto Tarantini, Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero prostitute; secondo i magistrati baresi, invece, emerge dagli atti la consapevolezza dell'allora capo del governo di avere rapporti sessuali con delle escort. Lavitola – secondo il tribunale – ''e' il depositario della conoscenza di molti punti oscuri che lo collegano alle persone informate sui fatti e agli indagati del presente procedimento e che, proprio grazie a tale conoscenza e alla condizione di latitanza, ben potrebbe influire sulle indagini tuttora in corso dinanzi a varie autorita' giudiziarie'' dato che su stralci del procedimento sono in corso indagini nelle procure di Roma e di Napoli.

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