Lavitola: "Presto rientro e vado in carcere"

ROMA, 27 DIC – Dalla sua latitanza in Sudamerica, Valter Lavitola, indagato e con un ordine di arresto nell'inchiesta sulla vicenda delle escort portate nelle residenze dell'ex premier Silvio Berlusconi dall'imprenditore fallito Giampy Tarantini, informa che presto, anche se non precisa quando, ritornera' in Italia e affrontera' il carcere.

''Trascorrerò il fine anno con mio figlio e mia moglie. Non sono certo in vena di feste'', dichiara Lavitola in un comunicato, con riferimento al 'Corriere' che oggi descrive i preparativi festaioli ai quali si starebbe dedicando in queste ore il faccendiere per salutare gli amici.

''Non potrò muovermi dall'Italia per un bel po'. Quindi sto cercando di pianificare il mio lavoro per molti mesi a venire. Chi lavora nella pesca e nel commercio ittico, conosce le variabili e i rischi che, se non gestiti, possono determinare veri disastri. Purtroppo – rileva Lavitola – 'le mie floride disponibilità economiche', non mi consentiranno di vivere di rendita. Prima c'era anche lo stipendio del giornale,speravo in un incarico da parlamentare e stavo avviando un promettente rapporto con Finmeccanica. E' necessario che mi rimanga qualcosa di cui vivere quando questa storia sarà finita''.

''La linea difensiva – chiarisce Lavitola replicando a voci sulla preparazione di un video a fini difensivi – non necessita di video e settimane di preparazione. Ai magistrati parlerò di persona e non ci vorrà molto a chiarire tutto. Mi sono convinto che non avrei dovuto fare neppure le uscite pubbliche che ho fatto. Risponderò su tutto. In questi mesi non ho inteso beffare nessuno ne tantomeno inviare messaggi. Ho solo cercato di far si' che quando tutto sarà finito abbia di che vivere. Il mio primo istinto, già a fine agosto, era di rientrare e chiarire. Certamente però, dopo mesi di assenza, il mio lavoro sarebbe andato a gambe all'aria (quando il gatto non c'è….)''.

Lavitola, pero', tornado sull'argomento video ammette di stare ''pensando ad un video su tutta la vicenda, basato su analisi e documenti necessari a dimostrare la verità sulle tante stupidate folcloristiche venute fuori in questi mesi sul mio conto. Questo potrebbe essere utile, solo dopo aver parlato con i magistrati e dopo che sarà tutto finito. Proseguendo con inutili proclami renderei più complesso il lavoro dei magistrati e del mio avvocato. Quindi l'accertamento della verità''.

Infine, l'ex direttore de L'Avanti spiega di aver recentemente conosciuto una donna che lo avrebbe spinto a prendere la decisione di tornare in Italia. ''Una preziosa amica, purtroppo conosciuta da troppo poco, mi ha fatto riflettere. Mi sono convinto che è necessario che io rientri in Italia per chiarire le vicende che mi vedono indagato. E' chiaro che questo significa entrare in carcere. Non so per quanto, ma mi preparo al peggio'', conclude Lavitola.

Gestione cookie