Lavoro nero, burocrazia ammazza sanatoria: in 16 mesi esaminata solo una domanda su 3

di Alessandro Avico
Pubblicato il 15 Settembre 2021 - 09:53 OLTRE 6 MESI FA
Lavoro nero, burocrazia ammazza sanatoria: in 16 mesi esaminata solo una domanda su 3

Lavoro nero, burocrazia ammazza sanatoria: in 16 mesi esaminata solo una domanda su 3 FOTO ANSA

La burocrazia ammazza la sanatoria riguardante il lavoro nero, in 16 mesi infatti è stata esaminata solo una domanda su tre. Una sanatoria voluta dall’allora ministro all’Agricoltura, Teresa Bellanova, per regolarizzare i lavoratori in nero in Italia, soprattutto quelli che lavorano nei campi. Da lì però solo un terzo delle 207 mila domande di emersione è stato esaminato dalle prefetture.

Lavoro nero e sanatoria flop, alcuni numeri

Come riporta Goffredo Buccini per Il Corriere della Sera a Roma per esempio a fine maggio aveva solo due pratiche esaminate a fronte di 16 mila istanze. Delle domande esaminate 60 mila sono stati per ora i sì e circa 11 mila i no. Altre 64 mila pratiche sono ancora in attesa. L’obiettivo era quello di fare emergere gli oltre 600 mila irregolari in Italia, ma così ci vorranno anni.

Solo in agricoltura, secondo l’Osservatorio Placido Rizzotto della Cgil, sono stati 450 mila nel 2020 i lavoratori sfruttati, di cui 180 mila in condizioni “prossime alla schiavitù” (40 mila in più rispetto al 2018). L’85% della sanatoria ha riguardato invece colf e badanti. 

E ora chi li prende più a lavorare?

In attesa che la domanda di sanatoria venga esaminata cosa faranno i braccianti che lavorano in nero e vorrebbero essere regolarizzati? Sicuramente non lavoreranno più, licenziati e visti come “spie”. Ma c’è anche il rischio che la loro domanda venga respinta e che in quel caso vengano etichettati come “traditori” e quindi nessuno li potrebbe far lavorare più. Poi ci sono anche quelli che preferiscono non dire niente e continuare a lavorare in nero, ma questa è un’altra storia.