Lazio. Piano “casa e chiesa”: dietro la parrocchia un centro commerciale

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Renata Polverini (LaPresse)

ROMA – Un centro commerciale annesso alla parrocchia, e perché no? Case e strutture residenziali della Curia a fianco alla Chiesa, e che male c’è? I consiglieri del Lazio si saranno risposti più o meno così quando hanno votato il piano che è stato già ribattezzato “casa e chiesa”.

La norma, chiamata da alcuni ad parrocchiam, consente agli enti religiosi di finanziare la realizzazione e l’ampliamento di chiese attraverso la costruzione di strutture residenziali, commerciali, direzionali, turistiche, per una volumetria pari a quella delle opere religiose fino a un massimo di 3mila metri quadrati. Dove? Su terreni loro e in deroga al piano regolatore.

In soldoni significa che con questa modifica al piano casa la Chiesa potrà costruire oratori, alberghi e persino outlet vicino alle parrocchie occupando fino a tremila metri quadrati di terreno. E sono 2mila gli enti religiosi con sede a Roma e possiedono decine di migliaia di terreni e fabbricati.

Sel e Radicali hanno fatto muro e infine la norma ha recepito un emendamento del Pd sul limite dei 3 mila metri quadrati. Secondo l’assessore all’ urbanistica e vicepresidente della regione Luciano Ciocchetti (Udc) è una ”soluzione alla crisi che limita le provvidenze pubbliche per i luoghi di culto”. Gli ambientalisti invece la considerano “un regalo a Chiesa e palazzinari”.

Mentre si stavano votando gli emendamenti, la Giunta Polverini ha presentato un sub-emendamento che ha fatto decadere tutti gli altri depositati, per dare il via libera alla legge entro fine luglio, termine fissato per il via libera. Per questo l’opposizione al momento del voto ha abbandonato l’aula per protesta.

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