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Lazio, vaccino anti influenzale in farmacia. Scontro tra medici e Regione

Lazio, vaccino anti influenzale in farmacia. E scatta lo scontro tra l’Ordine dei medici, il sindacato dei medici di famiglia e la Regione

E’ scontro tra Regione Lazio e l’Ordine dei medici per la somministrazione del vaccino anti influenzale nelle farmacie.

Centomila dosi sono a disposizione delle farmacie del Lazio che, oltre a poterlo vendere, laddove ci siano determinati requisiti, potranno anche somministrarli.

L’annuncio è stato dato venerdì 2 ottobre dall’assessore alla Sanità Alessio D’Amato lanciando l’avvio della campagna di vaccinazione.

“Per la prima volta diamo la possibilità alle farmacie di vendere i vaccini antinfluenzali e, dove ci sono le condizioni cliniche e logistiche, la somministrazione. Questa è la novità”, ha detto D’Amato durante una conferenza allo Spallanzani.

I medici non ci stanno

L’annuncio ha sollevato la dura reazione dei medici. “Chiediamo, come Ente pubblico sussidiario dello Stato che rappresenta la professione medica a tutela della salute dei cittadini, di essere ascoltati, prima di rendere operativa un’ordinanza che riteniamo illegittima”, ha detto il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli.

D’Amato ha sottolineato che “le farmacie possono venderlo o laddove ci sono requisiti tecnici legati a locali idonei, attrezzature e personale possono anche somministrarlo ai cittadini. Il numero che ci hanno indicato è di circa 400 farmacie sul territorio in grado di adempiere all’attività avendo anche svolto corsi specifici. Con questa modalità il Lazio si avvicina un po’ più in Europa dove è già diffusa. Non è una costrizione ma un’opportunità”.

Rassicurazioni che non hanno placato i malumori espressi anche dalla FIMMG, il principale sindacato dei medici di famiglia, che annuncia battaglia. “Faremo le dovute verifiche e, se necessario, siamo pronti a impugnare il provvedimento”, ha commentato il segretario nazionale Silvestro Scotti.

“Questo è il momento di unire le forze per utilizzare tutte le risorse del sistema salute disponibili per aumentare la copertura vaccinale antinfluenzale – ha replicato D’Amato – Più che gli interessi di parte devono prevalere gli interessi della nostra comunità per evitare la sovrapposizione tra gli effetti dell’influenza stagionale e la pandemia del COVID-19”.

Parole che hanno innescato la risposta del leader della FIMMG: “La vaccinazione è un processo che prevede atti medici quali la prescrizione e l’anamnesi pre-vaccinale. La situazione di emergenza attuale, mi dispiace per l’assessore D’Amato, non giustifica un abbassamento della sicurezza per i cittadini e mi meraviglia che richiami me a rappresentare interessi di parte quando lui di fatto sostiene un’altra parte che non credo effettuerà queste prestazioni gratuitamente – ha detto -. La sicurezza dei pazienti è interesse della comunità e non è interesse di parte”. E oggi è arrivata anche una sentenza del Tar che annulla l’ordinanza regionale sull’obbligo di vaccinazione per gli over 65 e per il personale sanitario e sociosanitario che opera in ambito regionale.

“Per noi non cambia nulla. Più che l’aspetto formale ci interessa l’aspetto sostanziale. Dobbiamo lavorare per avere la più ampia copertura vaccinale”, ha commentato D’Amato.

“Sapevamo che l’ordinanza aveva degli elementi di difficoltà in quanto sono atti che competono allo Stato – ha aggiunto l’assessore – Pensiamo che sia utile che il Governo rifletta sull’obbligatorietà”. (Fonte: Ansa)

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